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martedì 23 luglio 2013

Recensione Tutto ciò che sappiamo dell'amore - Coleen Hover


Titolo: Tutto ciò che sappiamo dell'amore
Autore: Coleen Hoover
Pubblicazione: Giugno 2013
Saga: #1 di 3
Costo: 16,00 €
Voto: 

Lake arriva in Michigan dopo la morte del padre, rassegnata ad affrontare un nuovo, faticoso inizio. La risalita appare all'improvviso dolce grazie a Will, il vicino di casa, a sua volta costretto dalla vita a crescere in fretta. L'intesa è immediata, ma il primo giorno nella nuova scuola Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will è uno dei suoi professori - giovanissimo, ma dall'altra parte della barricata. Altrettanto impossibile allontanarsi, dimenticarsi, rinunciare: e così Lake e Will si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam - una gara di versi - per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi. Alla fine è qualcosa di molto semplice, di essenziale: tutto ciò che sappiamo dell'amore è che l'amore è tutto, come ha scritto Emily Dickinson a nome di tutti noi.

Oh. Mio. Dio. Immaginatemi pure come Janis di Friends, ma Tutto ciò che sappiamo dell'amore se lo merita. Anzi, non è abbastanza descrittivo.
Non ho respirato, pensato, letto con concentrazione o intenzione niente dal momento in cui ho sentito parlare di Slammed a quello in cui, meno di due minuti fa, ho finito di leggerlo.
Non è un libro che, semplicemente, si chiude e lo si commenta. Ci vuole un minuto di raccoglimento e concentrazione. Seriamente. Sono... esterrefatta.
Capita di trovare quel libro che ti svuota la testa di qualunque altra cosa e te la riempie con i suoi dubbi e le sue domande, solo, applicati alla tua vita. Sapete, quelli che vi restano sul comodino per un'infinità di tempo perché avete paura di leggerli, di farvi male, di scavare, graffiare, scovare qualcosa che nel vostro profondo si agita e che voi ignorate da tempo.
Per me, appartenenti a questa categoria di libri sono stati Il Linguaggio Segreto dei Fiori e P.S. I love you. Ma Tutto ciò che sappiamo dell'amore avrebbe dovuto accompagnarli. Non ne avevo idea.
Ve lo posso assicurare, passerete tutto il libro a compatire, gioire e pensare a Layken -Lay come Layla, Ken come i Kennedy, uno a vostra scelta- e Will con un groppo in cola, un batuffolo di cotone in bocca, o almeno, per me è stato così.
Slammed è sicuramente un romanzo di elaborazione, di una serie di cose: Di sventure proprie, altrui, cose comuni e vissute un po' da tutti ma che lasciano il segno, sentimenti trasportati su carta in modo così onesto che rende impossibile non affrontarlo, per quanto si preferisca... intagliare zucche.
Non perché, onestamente, la trama sia particolarmente densa; Anzi, tranne le relazioni interpersonali tra i protagonisti, procede tutto con una certa lentezza. Il punto forte non è la storia in sé. Sono i personaggi, le emozioni che trasmettono, le lacrime che ti fanno bere più volte in uno stesso libro.
Quando, a volte, la vita ti si mette proprio di mezzo.
La storia ingrana già dalle prime pagine con un dispiacere non indifferente, ma non per questo la storia deprime o opprime; Anzi, nel corso del primo incontro con Will ho avuto un sorriso ebete per tutto il tempo che ho impiegato a leggerlo. Ma come non innamorarsene? Un ragazzo dolce, premuroso, vive alla porta accanto, con come sfondo la bianca della neve e del Michigan, il tipo di storia che si legge solo nei romanzi, insomma.
Will e Lake intrecciano con immediatezza una relazione sentimentale, in tempi davvero poco realistici, mentre nel resto del racconto le cose procedono con il giusto ritmo. Sono solo loro due la nota poco realistica. Quello che però Lake scoprirà solo dopo il primo appuntamento è che Will è solo al mondo, e ha la responsabilità del suo fratellino, e le cose si complicano notevolmente quando si incontrano a scuola... Come insegnante e studente.
Ad alleviare un po' la solitudine e il disagio della rottura di Lake è Eddie, la sua nuova amica, una tipa che ci si immagina di colore e di quelle con la gomma sempre in bocca, che con uno sguardo spegne qualsiasi reminiscenza a fare quello che vuole lei.
E così, imbarcamenatasi nella sua nuova vita, passano i primi mesi, con la costante presenza di Will nella sua vita, a distanza di una spanna ma senza che gli si possa avvicinare... Quello che Lake non immagina è che per Will è lo stesso.
Cosa si potrebbe dire a proposito di Tutto ciò che sappiamo dell'amore, se non che è un libro meraviglioso, emozionante da commuovere fino alle lacrime e piacevolmente straziante?
Ho vissuto attraverso gli occhi di Lake la sua rabbia e il suo dolore, senza via di scampo, fino a rendermi difficile commentare più d'una scena del libro. In alcuni punti avrei preso Will e lo avrei picchiato, e poi baciato e poi di nuovo picchiato.
Tutto ciò che sappiamo dell'amore toglie il fiato fino a rendere impossibile distrarsi dalla lettura, ti prende e non ti lascia, e se mi trattengo dal leggere il seguito in inglese ( cosa che non prometto di non fare in futuro ) è solo per rispetto per la meravigliosa traduzione e la paura di non capire a pieno lo Slam, che dà il nome all'intera serie;
Da premettersi che amo i libri che mi danno qualcosa non solo emotivamente, ma mi insegnano anche qualcosa e mi arricchiscono; Come Twilight mi ha fatto appassionare alla letteratura inglese classica, come Mara Dyer mi ha incuriosito con le Tre Tragedie Tebane, Tutto ciò che sappiamo dell'amore mi ha fatto appassionare allo Slam, una reale corrente poetica sorta nel secolo scorso per ricordare alla popolazione che la poesia non è morta né potrà mai farlo, ma è anzi una realtà contemporanea che esalta la libera espressione ("L'uomo è capace di essere onesto solo quando scrive", diceva Foscolo), e visto che nei prossimi giorni sarò a Roma, chissà che io non capiti in un locale di slam...
In conclusione, Tutto ciò che sappiamo dell'amore meriterebbe non cinque, ma sei, dieci, infinite nuvolette, e non sto nella pelle in attesa del suo seguito.

A seguire, il solito estratto:

Un tempo amavo l’oceano,
tutto amavo di lui.
Le barriere coralline, le schiume e le
onde ruggenti,
gli scogli lambiti dall’acqua,
le leggende sui pirati e le code delle
sirene
i tesori perduti e i tesori custoditi…
e TUTTI
i pesci del mare.
Sì, un tempo amavo l’oceano,
tutto amavo di lui.
Come mi addormentava col suo canto
mentre stavo disteso nel mio letto,
e poi mi svegliava
con una forza che presto ho imparato a
temere.
Le sue favole, le sue bugie, i suoi occhi
ingannevoli,
lo prosciugherei se solo lo volessi.
Un tempo amavo l’oceano,
tutto amavo di lui.
Le barriere coralline, le schiume e le
onde ruggenti,
gli scogli lambiti dall’acqua,
le leggende sui pirati e le code delle
sirene
i tesori perduti e i tesori custoditi…
e TUTTI
i pesci del mare.
Sì, ma se hai mai provato a guidare la tua
barca
sui suoi mari in tempesta, capisci che
quelle schiume e quelle onde sono tuoi
nemici.
Se hai mai provato a nuotare verso la
riva
quando una gamba ti viene meno per un
crampo
e ti sei appena abboffato in un
McDonald’s
e le onde ruggenti ti spezzano il fiato
e ti riempiono d’acqua i polmoni
e tu agiti le braccia sperando di attirare
l’attenzione di qualcuno,
ma i tuoi amici a riva
continuano a farti CIAO.
E se sei cresciuto pieno di sogni nella
testa,
sogni sulla vita, sogni su come un giorno
avresti preso il controllo della tua nave
e avresti avuto il tuo equipaggio
e tutte le sirene si sarebbero innamorate
solo
di
te.
Se fosse così, capiresti…
come io ho dovuto capire…
che tutte le cose buone dell’oceano,
tutte le sue bellezze,
non sono vere.
Sono una montatura.
Perciò tenetevi l’oceano,
io scelgo il LAGO… Lake. Lac.




Cover Point: Ho sentito nel web che la cover italiana non è stata molto apprezzata... Ma siamo matti?! Io l'ho AMATA! La prima cosa che mi è piaciuta del libro è stata proprio quella! Inusuale e colorata, mi ha fatto impazzire. E' facile realizzare una copertina con dei corpi non meglio definiti (ogni riferimento ad The Vincent Boys è puramente casuale) molto banale, ma una cover del genere non era mai capitata nella mia libreria, tant'è che già solo per quella sarebbe andata a finire nell'olimpo dei miei libri (<3) Ecco le altre versioni della cover del primo volume della trilogia Slammed:






E voi?
Quale preferite?

martedì 9 luglio 2013

Recensione Chi è Mara Dyer? - Michelle Hodkin


Titolo: Chi è Mara Dyer?
Autore: Michelle Hodkin
Pubblicazione:  2012
Saga: #1 di 2 3
Costo:  16,00 
Voto: 

Era solo un gioco. Eppure Mara non voleva partecipare alla seduta spiritica con le sue amiche Rachel e Claire. Sei mesi dopo, Mara si risveglia dal coma in una stanza di ospedale. E le sue amiche sono morte. Cos'è successo quella notte al manicomio abbandonato? Perché Mara è l'unica sopravvissuta? Orribili allucinazioni iniziano a perseguitarla e un dubbio si insinua nella sua mente: e se fosse stata lei a causare quelle morti, come aveva predetto la seduta spiritica? L'incontro con il turbolento, bellissimo Noah potrebbe essere la sua salvezza o la sua definitiva condanna. Perché anche Noah ha un segreto, legato al grande mistero che la tormenta: chi è Mara Dyer?


Romanzo d'esordio d'una giovane statunitense, Chi è Mara Dyer? è il primo emozionatissimo volume di una (a quanto pare) trilogia.
Sullo sfondo di Miami, assistiamo allo sbrogliarsi di una storia che poco c'entra col sole e il caos cittadino del setting.
Mara e la sua famiglia si sono appena trasferiti in seguito ad un tragico incidente che l'ha vista coinvolta, e ha subito la traumatica esperienza di essere l'unica sopravvissuta; la sua migliore amica Rachel, Claire e il suo ragazzo Jude non sono stati così fortunati.
E fin qui, insomma, son tragedie che si sentono.
Ma Mara ha un modo differente di affrontare la situazione, e comincia ad avere delle inquietanti apparizioni da parte dei suoi amici, innescando così un lentissimo procedimento che la porterà a ricordare cos'è realmente successo quella notte.
Eppure, le sventure di Mara non finiscono qui: si ritrova infatti spesso e volentieri nel bel mezzo di scene del crimine stranamente familiari e situazioni spinose, come l'essere presa di mira dalla Regina delle Perfide in perfetto stile Miami Bit... Beach, Anna.
Sua croce e delizia, motivo dei maltrattamenti scolastici e sua frequente distrazione, è Noah, bellissimo e trasandato playboy.
Premetto che in questo libro la parte romance non è tutto ma è forte, e finalmente, e ribadisco FINALMENTE, un libro in cui i protagonisti non corrono. Non so se anche voi ci avete fatto caso, ma non c'è libro in cui i protagonisti non siano inspiegabilmente magneticamente attratti l'un l'altro e finiscano per essere una coppia felice in meno di venti pagine, mentre la storia tra Mara e Noah ha un procedimento realistico e con delle tempistiche normali.
Ma c'è anche da dire che la parte realistica praticamente finisce qui, e non mi riferisco solo agli avvenimenti (che, voglio dire, essendo un paranormal se succedessero solo cose normali sarebbe un problema), ma anche alla struttura e al profilo dei singoli personaggi.
Mara, tra tutti, sembra quella più vagamente verosimile, e lei è quella in cura con gli antipsicotici.
Sua madre sembra avere lei per prima dei disturbi compulsivi e qualche mania di controllo, e capisco Mara che si sente affogata dalle sue attenzioni ed estremamente pressata e sotto analisi, vista la sua professione di psicologa. I suoi fratelli, Daniel e Joseph, sembrano avere entrambi attitudini geniali (soprattutto Jospeh, che mi incuriosisce e scommetterei che avrà un ruolo portante nel prosequio della storia), e a dirla tutta mi sono stati veramente simpatici; Daniel un po' meno, vista la sua gentilezza nell'andare a raccontare in giro i fatti della sorella, che fosse a fin di bene o meno, ma sono comunque stati due personaggi piacevoli.
Ad essere onesti, nonostante sia bello sognare, il più inverosimile è il nostro Noah. Ricco, bello, dolce ed europeo? Ce ne sono tanti di personaggi come lui, ma forse ne sto facendo incetta in questo periodo, perché mi è parso un pò troppo fantastico... Insomma, si è palesato per quel che è: Giusto un personaggio frutto dell'immaginazione.  E devo dire un gran bel personaggio, però: I dialoghi con lui sono interessanti, e quasi sempre strappano un sorriso, e va ammesso che il suo comportamento lusingherebbe qualunque signorina, benché per buona parte della storia io lo abbia tenuto d'occhio non fidandomi tanto di lui. Anche se, devo ammetterlo, non ho battuto ciglio davanti alle capacità di Mara, mentre scoprire di Noah mi ha veramente rimanere a bocca aperta. Non so perché, ma ero proprio incredula.
Ma, nonostante tutti gli avvenimenti paranormali che fanno di un libro del genere una lettura interessante, mi piace che i personaggi abbiano tutti una struttura realistica e delle reazioni normali; Questo facilita  l'immedesimazione nella lettura e coinvolge molto di più.
A non aiutare molto l'immedesimazione è stata anche l'assenza pressocché assoluta di descrizioni, eccezion fatta per il Tamerlano (nome che, dal primo istante, ho adorato), il palazzo nel quale sono morti i suoi amici, del quale le descrizioni erano abbastanza dettagliate e rendevano possibile davvero immaginarmici. Non so se ci avete mai provato, miei cari lettori, ad entrare in un palazzo abbandonato ricco di storie inquietanti: Nonostante avrebbe potuto essere più valorizzato, questo si è rivelato un ambiente incisivo e piacevole, facendomi piacere di conseguenza anche le scene che si sono svolte al suo interno (a livello descrittivo, naturalmente).
Nei libri, inoltre, quando citano un libro che non conosco mi piace andare sempre a fare qualche ricerca al riguardo, alla fantastica penna di Michelle Hodkin devo la scoperte di Tre Tragedie Tebane, oltre che la meravigliosa e angosciante lettura di Chi è Mara Dyer?.
Ho amato le allucinazioni, le spiegazioni razionali davanti all'impossibile e la confusione verosimile davanti alla triste realtà dei fatti, oltre che il carattere di Mara con la quale penso potrei andar d'accordo.
Tutto il romanzo è attanagliato da un disagio profondo dovuto alla narrazione in prima persona di Mara, che devo dire comunque affronta abbastanza bene ciò che le succede.Mi sono piaciuti molto anche i momenti di serenità in compagnia di Noah, e spero che nei libri successivi magari si dedichi un po' più spazio alla famiglia oltre che alla parte romance (che, comunque, una non esclude l'altra).
Sogno di vedere però un paio di capitoli magari narrati dal punto di vista di Noah, anche a parte.
Devo dire che ho apprezzato abbastanza lo stile scorrevole della narrazione, anche se ho notato una cosa insolita: Nel libro cartaceo, la formattazione era piena di errori che rendevano di difficile comprensione alcune conversazioni, mentre nel formato ebook erano perfetta. Di solito non è il contrario?
La serie, cominciata come una duologia, si è trasformata in una trilogia; Di solito gli allungamenti mi indispongono parecchio, come nel caso di Nel Profondo di Te, ma devo dire che nel caso di questa serie, se serve per mantenere i ritmi salubri e non affrettati del primo libro, che se ne prendesse anche altri due di volumi, tanto li comprerei comunque. 


Detto ciò, vi lascio all'estratto:

Noah mi lanciò un’occhiata carica di significato. — Non ricordi?
Scossi il capo. Noah non disse niente e distolse lo sguardo. La sua espressione era tranquilla, ma lo vidi contrarre la mandibola. Mi sentivo sempre più a disagio. Cosa c’era di tanto tremendo che non poteva rispondermi… oh. Oh, no. I miei occhi scattarono sul lenzuolo che mi ero avvolta intorno al corpo. — Abbiamo… cioè, noi due abbiamo… 
In un istante l’espressione di Noah divenne maliziosa. — No. Ti sei solo strappata i vestiti e hai corso per tutta la casa gridando “Brucia! Scappiamo!”
Arrossii violentemente.
— Scherzo — disse Noah, con un sorriso perfido. Era troppo lontano per dargli un pugno.
— Però ti sei tuffata in piscina coi vestiti addosso. 
Fantastico.
— Per fortuna non hai deciso di tuffarti in mare. Con questa tempesta.
— Dove sono? — chiesi. Noah sembrò confuso. — I miei vestiti. Dove sono?
— Nella cesta della biancheria da lavare.
— E come… — arrossii ancora di più. Mi ero spogliata davanti a lui?
O mi aveva spogliato lui?
— Niente che non avessi mai visto.
Mi nascosi la faccia tra le mani. Santo Dio.
A Noah sfuggì una risatina soffocata. — Non agitarti, in realtà, nonostante fossi andata completamente fuori di testa, sei stata molto pudica. Ti sei spogliata in bagno, avvolta in un asciugamano, infilata sotto le lenzuola e addormentata in un istante. — Noah si mosse e, da dove stava seduto, venne uno strano scricchiolio. Guardai il letto, nel senso che lo osservai con attenzione, per la prima volta.
— Ma cosa… — chiesi lentamente, vedendo i biscotti a forma di animali sparsi dappertutto — … diavolo?
— Eri convinta che fossero i tuoi animali — mi spiegò, senza nemmeno provare a trattenere quella sua risata voluttuosa. — Non hai voluto farmi avvicinare.
Gesù.


Cover Point: A rendere notevolmente più attraente questa saga è sicuramente la linea grafica delle copertine. Ma le avete viste? Sono MERAVIGLIOSE! Le amo, davvero, tutte. Complimenti a chi le ha realizzato l'immagine, ovvero Heather Landis! Eccole qui tutte e tre insieme:


sabato 6 luglio 2013

Recensione Scarlet - Marissa Meyer


Titolo: Scarlet
Autore: Marissa Meyer
Pubblicazione: Aprile 2013
Saga: #1 di 4 (+?)
Costo: 17,00 €
Voto: 
Anno 126, Terza Era. Androidi e umani popolano le strade di Nuova Pechino, sotto lo sguardo implacabile degli abitanti della Luna. Cinder, giovane cyborg e legittima erede al trono lunare, evade dalla prigione in cui è stata rinchiusa per partire alla volta di Parigi, alla ricerca della donna che in passato l'ha nascosta dalla malvagia Regina Levana. Il suo destino si intreccia a quello di Scarlet, giovane contadina francese costretta ad abbandonare la sua fattoria per ritrovare la nonna, scomparsa senza lasciare traccia. Insieme, con l'aiuto dell'ambiguo Wolf, esperto di combattimenti clandestini, e dell'affascinante cadetto Carswell Thorne, Scarlet e Cinder scopriranno di dover combattere un nemico comune: la Regina Levana, pronta a scatenare la guerra per indurre il principe Kai a sposarla e affermare la supremazia dei Lunari sulla Terra. Vigilata da una luna ostile e minacciosa, Scarlet, moderna Cappuccetto Rosso, dovrà attraversare una città insidiosa come il profondo del bosco, e scoprire se dietro il conturbante Wolf si nasconde un alleato... o un predatore.

Ed eccoci qui, subito dopo aver terminato la lettura di Scarlet dell'autrice Marissa Meyer, secondo volume delle Cronache Lunari, una serie di libri a tema fiabesco rivisitate in un chiave ultramoderna.
Ci troviamo con una bella gatta da spennare, con un pianeta in piena crisi, governatori appena incoronati, regine aggressive e arrabbiate che danno la caccia cyborg/principesse/lunari che si davano per dispersi già da anni.
Va premesso che ho scoperto, nel corso della lettura, di non ricordarmi niente o quasi di Cinder; di solito mi infastidiscono i libri che ribadiscono i concetti e le scoperte già note nei volumi precedenti, ma ora che mi serviva questo genere di ricapitolazione in Scarlet non l'ho trovato (cosa positiva di solito, negativa nel caso). A dirla tutta, scrivo la recensione a nemmeno tre minuti dalla fine della lettura perché temo di dimenticarmi anche questo (sarà l'alzhimer, o la scarsa attenzione che questo libro riesce ad attirare?)
Già non lo aspettavo con trepidazione, il fatto di non ricordarmi niente e che non riesca a coinvolgermi più di tanto non lo portano di certo nell'olimpo della mia libreria.
Ma andiamo al dunque:
Facciamo la conoscenza di Scarlet Benoit, ragazza tutto fuoco e capelli ben rappresentata dal suo nome, e apprendiamo fin da subito che ha qualche problema con la gestione della rabbia. 
L'intera romanzo si srotolerà in una narrazione in terza persona che esamina singolarmente Cinder, Scarlet e Kai, cosa che ho molto apprezzato, e ci farà fare la conoscenza anche di duo nuovi personaggi entrambi abbastanza interessanti: Il cadetto Capitano Carswell Thorne e Wolf.

A proposito di del Capitano, vorrei far notare un paragrafo del quale la logica può essermi sfuggita, o potrebbe essere un refuso:
Nella mansarda di Rainshadow Road c'erano pile di scatoloni, un baule di legno malconcio, qualche mobile rotto e ammuffito e decenni di cianfrusaglie abbandonate da precedenti inquilini. Per fortuna, pensò Alex, non aveva paura di insetti o roditori, perché senz'altro ce n'erano parecchi annidati in tutt quel ciarpame. La prigionia di Carswell Thorne...(continua poi con il normale e giusto prosequio della storia).

E chi sarà mai questo Alex?
Non lo sapremo certo ora, sarebbe troppo facile!

Comunque, andando avanti con ciò che c'interessa, stavo dicendo che ho particolarmente apprezzato l'introduzione di Wolf, di nome e di fatto, questo gigante dall'aria spaesata e dolce, che mi è sembrato una fusione di una serie di personaggi per arrivare ad ottenere un risultato davvero gradevole... Almeno per la maggior parte del tempo.
Nonostante scarni e brevi, ho apprezzato moltissimo (forse più di tutto il resto) gli spezzoni sull'Imperatore Kai, alle prese con gelosie, amori sbagliati e qualche guerra di mezzo.
Scarlet si può decisamente definire un romanzo on the road, con brevissime indispensabili soste in una Francia atipica.
Ci sono pochi o nulli accenni a ciò che è avvenuto alla famiglia di Cinder, ma quel poco basta e avanza per i prossimi libri.
Detto ciò, ci sarebbero tanti appunti che mi porterebbero a fare degli spoiler non indispensabili, e questo mi porta finalmente all'espressione della mia opinione:
Di per sé, le Cronache Lunari non sono una serie che mi ha preso moltissimo, nonostante io apprezzi molto lo stile della narrazione e il registro linguistico, e anche questo secondo volume si è fatto leggere velocemente e in modo scorrevole, ma non per questo coinvolgente. 
Tra i vari colpi di scena e personaggi vecchi e nuovi, perché mi piacesse di più avrei dato più spazio a Kai, e magari inserito il punto di vista anche di Wolf.
Comunque, indipendentemente dal parere personale, assolutamente non è da buttar via, e non perché non è piaciuto a me non può far impazzire qualcun altro.
In conclusione, continuerò a leggere la serie sperando nel colpo di scena perfetto che mi faccia finalmente innamorare di questa serie, alla quale nel frattempo lascio tre belle nuvolette.

Estratto:
Mordendosi un labbro, si piegò in avanti. —Sono felice che tu mi abbia detto tutto.
Il corpo di lui sembrò sgonfiarsi sotto di lei. —Avrei dovuto farlo prima.
— Sì, avresti dovuto. — Lei chinò la testa, la tempia contro quella di lui. — Ma comunque non
ti odio. — Gli posò un bacio sulla guancia e losentì impietrirsi. Il suo cuore martellava sotto il suo polso mentre lei stringeva insieme le mani. Il treno comparve dietro la curva, sinuoso come un serpente.
[...]
Poi Wolf si piegò e il suo cuore sobbalzò, riportando la sua attenzione sul treno. Strinse le braccia intorno alla borsa. I suoi muscoli erano ancora rigidi, il suo cuore galoppava, e lei non poté fare a meno di paragonare quell'agitazione alla calma inquietante che aveva ostentato quando erano saltati dal finestrino dell’altro treno.
[...]
 Atterrarono pesantemente sul tetto liscio come il vetro, il treno librante si inclinò a malapena per l’impatto, e Scarlet se ne rese conto immediatamente. C’era qualcosa che non andava. Wolf scivolò, le sue spalle si inclinarono pesantemente verso sinistra, il suo equilibrio venne meno sotto il peso di lei. Scarlet gridò, mentre lo slancio del salto la proiettava lontana da lui verso la massicciata. Conficcò le unghie nelle sue spalle ma la maglia le sfuggì dalle mani, e poi si sentì cadere, mentre il mondo le precipitava intorno. 

Cover Point: Se dovessi dare un giudizio solo per la cover, su una scala da una a cinque nuvolette gliene darei sette. Non solo perché è effettivamente una bella cover, ma anche perché quella italiana batte di gran lunga l'originale! E sono anche felice che si sia allontanata abbastanza dallo stile di Cinder, la cui cover mi faceva sempre pensare a qualcosa di economico e molto "fai da te", nonostante riconosca che oggettivamente non lo fosse. Boh, semplicemente non mi piaceva né quella di Cinder, né l'intera veste grafica statunitense. 


mercoledì 3 luglio 2013

Recensione Night School #2, Legacy - DC Daugherty


Titolo: Night School, Legacy
Autore: C.J. Daugherty
Pubblicazione: In Italia attesa entro il 2013
Saga: #2 di 5
Costo: ???
Voto:

[Traduzione della Trama]
L'anno scorso Allie è sopravvissuta a tre arresti, due rotture e un collasso famigliare. L'unico punto brillante della sua nuova vita è stata la Cimmeria Academy. L'unico posto a cui si sente di appartenere. E il fatto che lei abbia Carter West nella sua vita aiuta molto. Ma è molto lontana dalla salvezza, i muri di clausura della Cimmeria si stanno scoprendo più pericolosi di quanto Allie non avrebbe mai immaginato.
Gli studenti e i professori sono in pericolo, e la famiglia di Allie -dalla sua misteriosa nonna a suo fratello scappato di casa- sono al centro della tempesta.
Allie è costretta a scegliere tra proteggere la sua famiglia e credere ai suoi amici.
Ma i segreti si radicano, fino a strappare anche i rapporti più forti... 


Gioia, gaio e giubilio!
Non ho potuto resistere, e ho letto in lingua originale il da me attesissimo sequel di Night School, il segreto del bosco.
Ambientato nella meravigliosa e tenebrosa atmosfera della Cimmeria Academy, dove tutto non è ciò che sembra, una scuola sperduta e dimenticata da Dio ma non dai potenti del mondo, che mandano qui i propri figli per ricevere la migliore istruzione e fargli imparare come si gioca e vince una guerra.
E' infatti di giochi di guerra e scacchi che si occupa la Night School, una sessione privatissima e super esclusiva (insomma, non dovrebbe farne parte praticamente tutta la scuola?) per l'iniziazione ad un circolo privato che detiene le redini del mondo: finanza, medicina, spionaggio e governo ne fanno tutti parte,e vogliono il meglio per i loro figli.
E' qui che è stata spedita Allie Sheridan, tre arresti in un anno e un crollo psicotico da parte dei genitori, esiliata in un posto completamente privo di qualunque cosa vagamente legato a qualche scoperta dopo il XIX secolo.
Sarà per la mia passione combinata per Inghilterra e Accademie, ma l'ambientazione a me sembrava, nel primo libro, rappresentasse un giro a sé dell'intero romanzo.
Allie, nel primo libro, ha frequentato brevemente il francese Sylvain, col quale ha rotto in seguito ad una mancanza, o eccesso, che dir si voglia, di tatto, per poi mettersi con il saccente ma non per questo meno adorabile Carter.
Eppure, durante la sessione estiva ci sono stati una serie di minacce, omicidi, pericoli e scoperte che hanno reso impossibile attendere la pubblicazione di Legacy in Italia.
Nel secondo volume della saga, troviamo una Allie maturata se si ripensa all'inizio della storia, molto più posata e incazzosa, e pronta a tirar fuori le unghie se serve... Anche se da come tratta Silvyan, non si direbbe proprio che ha intenzione di usarle con lui.
Alle prese con le riparazioni sia materiali che emotive con ciò che la circonda, dall'amata scuola all'ex migliore amica Jo, ci ritroviamo in una situazione inizialmente un po' meno coinvolgente rispetto al primo romanzo, nonostante i colpi di scena inerenti all'albero genealogico di Allie mi abbiano fatto spalancare la bocca come se fossi un pesce rosso. Non si sa perché, ma all'improvviso tutte le persone che sembravano starle vicino all'inizio della storia vacillano, spacciandola per pazza e minando la sua autostima.
Ho amato e odiato, ma soprattutto odiato il personaggio di Carter nonostante io l'abbia sempre apprezzato moltissimo (molto più del francese, comunque): scelte estremamente differenti dal primo romanzo, che significano forse una virata nella storia o una crescita del personaggio, ma avremo almeno altri tre volumi per vederne l'evoluzione... sempre che si possa parlare di evoluzione, qui.
Entrano in scena adesso personaggi di cui abbiamo già sentito parlare nel primo libro ma che ora hanno una funzione ben precisa, come il secondo me psicolabile Cristopher, fratello perduto della nostra eroina.
Meno presenti alcune vecchie conoscenze, come la simpaticissima Katie o l'altra simpaticissima Jules.
Invece, ho trovato interessante e criptico il ruolo dell'appena rientrata Nicole, fidanzata/non fidanzata di Sylvian, che spero abbia più spazio prossimamente. A tal proposito vorrei fare un commento: Ma Mr Sylvain non era casto e puro, e non era quello che non aveva mai degnato nessuna di uno sguardo? Decidiamoci, è uno stronzo (lasciatemela passare) ed uno che va a signorine facili, o un angioletto intoccato? Ad ogni modo, non mi è affatto piaciuto il comportamento del nostro Lord Europeo, nonostante provassi compassione per lui.
Di nuovi ingressi criptici parlando, comunque, non si può tralasciare la piccola e un po' sociopatica Zoe, con la quale prevedo nei prossimi romanzi una piacevole sorellanza.
Le sue relazioni interpersonali, nuove e vecchie, hanno meno spazio all'interno del romanzo, ma più incidenza ai fini della trama; Dai silenzi e le bugie alle liti, ognuna ha portato ad un nuovo sbocco.
Ho sinceramente odiato, però, il colpo bassissimo al ballo d'inverno. Non indispensabile, davvero.
Tutto il volume è impregnato da una sensazione di claustrofobia, come se ci trovassimo sottovuoto (in perfetta sintonia con la copertina, davvero molto espressiva), e questa è una delle magie operate dalla penna (o tastiera?) di D.C. Daugherty,dotata della capacità non comune di far entrare il lettore in una situazione così empatica con il personaggio.
Ed è così che, andando avanti di pagina in pagina, gioivo, mi rattristavo e mi arrabbiavo insieme alla nostra Allie.
Ho davvero davvero apprezzato il fatto che l'autrice con una certa probabilità si sia documentata sulla Programmazione Neuro Linguistica (uno studio psicologico sull'espressività delle persone attraverso i sensi e il linguaggio del corpo) per affrontare l'argomento "bugie", e si vede dalle semplici spiegazioni realistiche: è stata una delle cose che mi ha fatto amare il romanzo.
In verità, per tutta la recensione mi viene continuamente sulla punta della lingua l'espressione "mi dispiace", un po' per questo, un po' per quello,  perché in effetti è un volume che inizia non nel più coinvolgente dei modi ma poi ti ruba alla realtà, rendendoti incapace di dire, fare e pensare a qualcosa di diverso dal libro, e non ti restituisce finché non ne termini la lettura. 
Un mi dispiace in particolare per i caduti. Quelli sì che fanno male, e non riesco a figurarmi i libri successivi (nonostante non li amassi, erano una fondamentale).
Che dire? Mi pare ovvio che me ne sono innamorata, anche se ho più volte chiuso di botto il lettore e l'ho lanciato via perché non riuscivo a leggere di più, per poi calmarmi e riprendere.
Ho amato questo libro, e veramente non posso aspettare l'uscita del suo seguito!


Qui l'estratto da me tradotto:

'Cosa stai facendo fuori al freddo, Allie?' La sua voce era bassa.
Lo sai costa sto facendo. O non saresti qui.
'Non lo so ... credo di aver avuto solo bisogno di una boccata d'aria.' 
Gli occhi di lui la contestavano. 
'Che ci fai qui?'
Le sue spalle si tesero, quando parlò la sua voce era bassa. 'Ti ho seguito.'
Sentì il respiro abbandonarla. 'Perché?' La parola è venuta fuori come un sussurro.
'Le coeur a ses raisons que la raison ne connait punto.'
Recitò la frase francese troppo veloce, e Allie scosse la testa. 'Non capisco.' Non sapendo quello che aveva detto la faceva sentire quasi in preda al panico. 'Che cosa vuol dire?'
Ma quando il suo sguardo fisso su di lei, il desiderio che vi vedeva dentro rispose alla sua domanda. 'Significa che voglio stare con te. Che non posso farti uscire dalla mia testa '.
Batté il pugno con violenza trattenuta contro il pilastro. 
'Ho provato tutto con tutto quello potevo, e tu sei ancora lì.'

Cover Point: Lo so, l'ho già detto, la cover è stupendamente inerente ed espressiva, nonostante graficamente e qualitativamente non perfetta, ma non per questo meno apprezzata. Essendomi spoilerata anche la successiva, Fracture, immagino anche quella sarà carica della componente emotiva di questa. Complimenti a chi cura la linea grafica della serie!


Piccolo appunto: Vorrei chiedere perdono per qualunque orrore di traduzione io commetta. Abbiate pazienza, sto lavorando per migliorare il mio inglese! Thank you!

martedì 2 luglio 2013

Recensione Enders - Lissa Price + Unhidden Stories


Titolo: Enders + Unhidden Stories
Autore: Lissa Price
Pubblicazione:  Maggio 2013 (?)
Saga: 2 di 2
Costo: 16,90 €
Voto:


Los Angeles, tra qualche anno. In una città spettrale, devastata da una terribile pandemia che ha decimato la popolazione adulta tra i venti e i sessant'anni, la vita non è facile. Non è facile per nessuno, ma soprattutto per Callie, rimasta sola con il fratellino malato, dopo la morte dei genitori. Ecco perché ha deciso di entrare in affari con la Prime Destinations, un'ambigua società che affitta il corpo degli adolescenti ad anziani desiderosi di provare emozioni ormai dimenticate. Si è così lasciata impiantare un microchip nel cervello e ha affittato il proprio corpo. Per tre volte. Ora, però, la Prime Destinations non esiste più. E Callie è libera, libera di vivere la propria vita. O almeno così crede. Ma il microchip continua a tormentarla. Presto la ragazza si rende conto che il Vecchio, l'uomo più potente della società, può ancora controllare tutti i suoi movimenti e i suoi pensieri. E può costringerla a fare qualsiasi cosa, anche a ferire le persone che più ama al mondo. Disperata, capisce di essere intrappolata in un gioco molto più grande di lei, in cui nessuno è davvero chi sembra. Disposta a tutto pur di mettere a tacere la pericolosa voce che risuona nella sua mente, Callie si rivolge quindi all'unica persona che può aiutarla: Hyden, il misterioso e affascinante figlio del Vecchio... Ma se nemmeno lui fosse chi dice di essere? Il secondo capitolo della serie iniziata con "Starters" dall'ambientazione post-apocalittica.


Trovo lecito anticiparvi che Enders è un romanzo che lascia altamente perplessi.
Eravamo rimasti, in Starters, con Callie che aveva un grosso problema di dominazione con il Vecchio, perfetto, ce lo ricordiamo tutti?
Bene.
Cosa mi sarei aspettata da Enders?
Che approfondisse i caratteri di Callie e Michael, che le situazioni si succedessero in uno scorrimento adeguato come nel primo volume della serie, che ci fossero sviluppi effettivi e colpi di scena, che Blake avesse un qualunque ruolo.
Cosa posso farmene delle mie aspettative per Enders?
Usate l'immaginazione.
Ho cominciato la lettura di Enders con trepidazione e grande aspettativa, acuita dal fatto che sapevo essere l'ultimo volume della serie.
L'ho chiusa con un una parte della faccia che mi faceva male a furia di avere una perenne espressione interrogativa. 
Non essendoci stati reali sviluppi sui personaggi, tenterò di non spoilerare la trama.
Già dalle prime pagine del romanzo viene introdotto il criptico personaggio di Hyden, un misterioso tipo che rapisce Callie (per conquistarsi la sua e salvarla, eh) e tutta la sua famiglia, dividendoli.
Da qui in poi sono diventata paranoica: Non mi fidavo più di nessuno, e più di concentrarmi sulla lettura e sull'avvicendamento degli eventi pensavo "E se tizio li tradisse? E se caio facesse questo e questo?"
Ho trovato il romanzo non di difficile lettura, ma a parte qualche evento in generale a scorrimento lento.
La differenza tra Starters ed Enders è confusionaria: Mentre Starters era l'introduzione ad una realtà nuova e giustificata, che prometteva grandi cose,  Enders è un libro scritto in fretta e controvoglia per chiudere la serie, e Breve storia di uno Starter/Ender/e fine del mondo sono la prova che l'autrice era conscia del fatto che alla storia mancasse non un pezzo, ma un volume intero (e bello lungo, aggiungerei).
La tentata riparazione ai dubbi comuni nei capitoli a parte non ha fatto una bella impressione, soprattutto col senno di poi di chi ha letto la fine della storia.
Di solito si scrivono storie a parte per spiegare magari qualcosa, o far affrontare la situazione da un punto di vista differente o dissipare delle curiosità che si erano magari protratte nel corso della saga (sono un esempio di ottima fattura le short story della Saga di Delirium), non usati a sproposito in questo modo per cercare di arrampicarsi sugli specchi, anche se ho apprezzato molto il fatto che abbiano avuto il buon gusto di smerciarli gratis.
Ho un forte dubbio su Breve storia di uno Starter: Era forse un inizio che aveva scritto e poi accantonato per decidere di regalarci poi così?
Perché se fosse così, l'autrice avrebbe fatto meglio a mantenere quella via.
La storia breve, che parla di Michael, ci dà un assaggio e ci fa assaporare qualcosa per poi farci rimanere a bocca asciutta:
Non ci saranno infatti sviluppi né nel suo carattere, né nella sua relazione con Callie, limitandosi ad essere una figura puramente scenica all'interno del romanzo. Se fossimo in un film, lui starebbe faccia al muro da solo, o al massimo passerebbe sullo sfondo con una tazza di caffé mentre i veri protagonisti parlano.
Peggior sorte è toccata a Blake e famiglia, che per quanto avevamo sospirato nel primo romanzo, abbiamo completamente dimenticato nel secondo. Davvero, se il suo nome ricorre tre volte in tutta la stesura è già un miracolo!
Prima di scrivere questa recensione sono andata anche a controllare se per caso la duologia non fosse diventata qualcosa in più, ma no, niente. Tutto qui.
Nonostante io abbia letto tutto ciò che l'autrice abbia mai pubblicato, sono interdetta;
Sorgono spontanei dei dubbi, con i quali, a dir la verità, io ci ho riempito una pagina intera con le mie domande, che condividerò solo in parte per non fare spoiler:
Cos'è successo a Lauren? Ce la siamo persa insieme e Michael e Blake?
Hyden è davvero chi dice di essere? E se sì, come fidarsi di lui?
Nonostante io trovi tutt'ora Starters un libro notevole, piacevole e creativo, per quanto mi è piaciuto lui ho odiato Enders per la sua lascivia. Stai chiudendo la storia? Fallo bene, rimandane l'uscita, sposta la data, non fare le cose in fretta. Ci sono momenti interi in cui l'autrice sembra proprio essersi dimenticata delle parti importanti all'interno della storia!
In conclusione, non è un romanzo cattivo, ma non è nemmeno lecito chiamarlo romanzo, perché questa è una bozza di quello che dovrebbe essere la fine (o quel che poco la precede).
Infatti, all'intera volume prima della pubblicazione devono aver strappato le pagine finali perché è davvero un finale inconcludente.
Per quanto riguarda Breve storia di un Ender e Breve storia di fine del mondo...
Risparmiateveli.
Non sono necessari, né dissipano dubbi alcuni;
Mentre Breve storia di un Ender un po' alla storia si potrebbe legare, in qualche modo, Breve storia di fine del mondo è davvero un volume buttato lì, per caso, a mio parere.


Mi guardai intorno, sperando di vedere un negozio di calzature sportive. Avrei dovuto incontrare
Michael e Tyler nell’area ristorazione, ma dal momento che la mia missione di dar da mangiare ai
senzatetto era stata stroncata sul nascere, ero arrivata in anticipo. A corto di panini prima ancora di
cominciare a distribuirli, avevo mancato il mio obiettivo. Michael aveva ragione, non avrei dovuto
andare da sola. Avrei dovuto far tesoro di ciò che avevo imparato vivendo per strada: mai staccare le mani dalla borsa. Tutto quel lavoro e avevo nutrito solo due Starter che erano corsi via senza neanche ringraziarmi. Rivolsi la mia attenzione al tabellone con l’elenco dei negozi al centro dell’atrio. «Calzature», dissi al microfono invisibile. Il display isolò un negozio dalla mappa e lo proiettò in aria di fronte a me. Era l’unico, quindi. Conoscendo Tyler, era di sicuro ancora lì, a provarsi ogni paio di scarpe. Dovevo andare a salvare Michael. Mi diressi da quella parte, passando davanti a una nonna Ender che passeggiava sorreggendosi al braccio di una Starter carina, probabilmente sua nipote.
Graziosa, vero?
Mi bloccai.  Era quella voce artificiale e sgradevole che mi faceva rabbrividire come il gesso sulla lavagna.  Il Vecchio.
Ciao, Callie. Ti sono mancato?
«No, nemmeno un po’. Lontano dagli occhi, lontano… dalla mente, è il caso di dirlo.»
Brava.
Ricordai che poteva vedere attraverso i miei occhi. Mi misi le mani dietro la schiena in modo che non
si accorgesse che tremavano. Ma non me la bevo. Sono sicuro che hai pensato a me ogni giorno.Ogni ora. Ogni minuto. «Tutto gira intorno a te, eh?»  Avrei tanto voluto urlare, ma le guardie avrebbero pensato che fossi impazzita. Lanciai loro un’occhiata. Mi stavano fissando perché parlavo da sola. No, avrei potuto parlare a un auricolare. Forse avevano notato il mio nervosismo. «Cosa vuoi?»
La tua totale attenzione. E tu me la darai.
Mi sentii gelare.
Torna al centro dell’atrio e dimmi cosa vedi.
«Negozi.»
Continua a guardare.
Mi voltai a sinistra. «Solo… una cioccolateria, una gioielleria, un negozio chiuso.»
Non stai guardando bene. Cos’altro?
Feci qualche passo avanti. «Clienti. Ender, alcuni con i nipoti, degli Starter…»
Sì. Starter. Continua a guardare.
Passai in rassegna la zona. Voleva che trovassi uno Starter? «Dobbiamo giocare a fuoco fuochino?»
Proprio. Solo che presto capirai che non è un gioco.
Ero proprio in mezzo all’atrio, Starter ed Ender dovevano girarmi intorno per passare. Lui voleva che ne vedessi uno in particolare, ma ce n’erano parecchi… Quale intendeva? Poi notai una ragazza con lunghi capelli rossi.
Reece.
[...]
Ma continuò a camminare. Dietro di lei c’era un Ender. Non l’avrei notato se non avesse avuto un
grosso tatuaggio argentato su un lato del collo. La testa di un animale. Non riuscivo a distinguerlo bene… Un leopardo, forse. «Era Reece, vero? Volevi che vedessi lei?»
Posso sempre contare su di te, Callie.
«Cosa le succederà?»
Reece si muoveva come se stesse cercando di seminare l’Ender col tatuaggio. Si precipitò dentro un
negozio e lui si fermò davanti alla vetrina di quello accanto e finse di esaminare le collane di perle.
Quando lei uscì, pochi istanti dopo, ricominciò a seguirla.Anch’io mi mossi, osservandoli entrambi. «È in pericolo?» chiesi al Vecchio.
Vedrai.

Cover Point: Apprezzatissimo il cambio di copertina molto più inerente alla trama, adesso ritiratevi Starters con la vecchia copertina del mercato e sostituitemelo con una con la cover che c'entri qualcosa, così non mi farete fare un effetto orrido sulla mia libreria. Ditemi voi come potrei affiancarli:



Recensione Nel Profondo di Te - Silvya Day


Titolo: Nel Profondo di Te
Autore: Sylvia Day
Pubblicazione: Giugno 2013
Saga: 3 di 5
Costo: 6,99 (ebook)
Voto:


Non è certo un segreto che la Crossifre series non è né un romanzo d'approfondimento di nessun tipo, né un'ode all'indipendenza femminile o personale.
O alla sanità mentale.
Quella che doveva essere la conclusione della trilogia si è rivelato poi solo l'anello di mezzo: Sarà una serie composta da ben cinque libri.
Ehm. *Colpo di tosse d'imbarazzo.*
Nei precedenti della serie, A nudo per te e Riflessi di te, quello che magari poteva interessare i lettori erano le scene di sesso.
A quest'ultimo volume, hanno tolto il carattere a Gideon Cross, l'indipendenza a qualunque personaggio, qualsivoglia spessore a tutta la storia e anche il sesso ben descritto. Cosa gli è rimasto?
Un costo che non vale la pena sostenere, ecco cosa.
La nostra Eva, che io avevo dato per gravida già nel romanzo precedente, affronta nuovamente le sue vicende amorose con il riccone del giro, avvicinandosi all'avere una relazione comunissima... Che, voglio dire, basta andare su facebook per trovarne sia di più erotiche che di più romantiche. Non c'è bisogno che sia io a dirvi che questa ragazza vive di sole soddisfazioni a sfondo sessuale, e nonostante sostenga il contrario, la trovo priva di qualsiasi spirito di controllo su sé stessa o sulla sua relazione, ormai caduta nel patologico e che qualunque psicologo (qualunque psicologo che non abbia trovato la laurea nei distributori di biglie) inviterebbe a troncare in modo netto. Ma cosa vogliono saperne loro, o noi, del loro amore? Non potremo mai capire (spero).
Gideon, dal canto suo, aveva un suo perché nei precedenti capitoli della saga,  completamente perduto in questo. Gli hanno tolto l'istinto dominatore, l'indipendenza e l'attitudine al comando, rendendolo completamente sodomizzato e sottomesso a Eva. E' quindi diventato un fidanzato particolarmente resistente a letto (cosa che noi scopriremo molto meno spesso rispetto a quello a cui siamo stati abituati, cosa positivissima, se avesse dato spazio a qualcosa in più nella trama).
I due, insieme, sono una coppia non solo alle prese con una co-dipendenza da manuale, ma anche ampiamente disfunzionale e snervante, e l'ammetterlo nel romanzo non fa guadagnare punti all'autrice. Trovo ampiamente descrittivo del nuovo livello della loro relazione il fatto che Eva si riferisca a lui come "piccolo". Ora, oltre ad essere un soprannome che non affibbierei ad un fidanzato qualunque, non avrei avuto il coraggio di attribuirlo al nostro Mr Cross, visto che sembra che non sia nemmeno descrittivo.
Ci troviamo ora con una serie di personaggi fatti a pezzi, la Day non ne ha salvato uno: Dai coinquilini a tutti i genitori del giro agli ex, non ce n'è per nessuno!
L'intera narrazione del romanzo di per sé non è malissimo, e mi riferisco allo stile della scrittura e alle descrizioni, è anzi piuttosto scorrevole, ma per quanto riguarda i dialoghi c'è da piangere.
Fate la prova: Mettete un segnalibro ad ogni scena amorosa, e alla fine del romanzo rileggeteli in sequenza. Cosa scoprirete? Che avrete letto tre o quattro volte lo stesso scambio di battute, da copia e incolla di word.
Visto che la trama è così carica di avvenimenti (molti dei quali evitabili), non mi dilungherò e non vi esporrò ad alcun rischio spoiler, per cui andiamo al dunque:
Ho sbagliato a leggere Nel Profondo di te. 
Questo libro mi ha ingiustamente detratto tempo prezioso da dedicare a letture migliori, è un romanzo che mi lasciato niente se non un senso di noia e una certa premura nel finirlo e spuntarlo dalla lista dei libri da leggere quest'anno.
Immagino che non leggerò le successive vicende dei due, ma vorrei fare un appunto:
Sono ancora arrabbiatissima per Riflessi di te, che praticamente era un racconto breve perfettamente accorpabile a "A nudo per te" in una soluzione unica, invece che farne un romanzo a sé.
Ho notato inoltre che molti lettori non hanno apprezzato, come me, l'allungamento della storia per fini evidentemente monetari.
Devo ammettere che mi turba sapere che ha una media di 4.9 su Goodreads, e devo quindi dedurre che le valutazioni siano molto meno attendibili di quanto io credessi.


Cover Point: Anche la cover mi ha stancato, di questo romanzo. Immagino che chi cura la linea della copertina italiana non si sia sforzato molto, perché almeno in quelle originali i colori cambiano, mentre qui non c'è assolutamente alcuna differenza dall'una all'altra: Ecco a confronto quella italiana e quella americana. Non so voi, ma io preferisco quella straniera.