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venerdì 31 maggio 2013

Recensione Wake, le cronache dell'incubo - Lisa McMann


Titolo: Wake

Autore: Lisa McMann

Pubblicazione: 2010

Saga: #1 di 3
Costo: 12,90 €
Voto: 

Janie ha solo diciassette anni ma le sue notti non sono animate dai sogni innocui di una ragazzina. Perché Janie ha un potere assolutamente incontrollabile: quello di entrare nei sogni degli altri. Cadere nel vuoto, fare sesso estremo, camminare nuda sotto lo sguardo indifferente di tutti: Janie ha provato questo e molto altro. Conosce i sogni di chi la circonda, può leggere nella mente degli altri e partecipare ai loro incubi e alle loro fantasie. Ma non può parlarne con nessuno: tutti la prenderebbero per pazza. E così Janie vive nel silenzio, cercando a tutti i costi di nascondere nell'ombra della sua stanza un angoscioso segreto che è anche la sua maledizione. Fino a quando, una notte, un incubo la fa urlare e risvegliare tra i brividi. Per la prima volta non è stata solo testimone, ma anche protagonista di un gioco perverso e terrificante...

Da premettersi che l'anteprima lascia un po' perplessi, una volta finito il libro. Un gioco "Perverso e terrificante"...? Angoscioso si, ma nessun gioco e poco terrore (!), comunque non suo. Ci si aspetterebbe un po' più d'azione in un libro con un'impostazione del genere, ma se è questo che cercate, almeno in questo primo volume della serie delle Cronache dell'incubo. E' certamente un libro introduttivo e veloce, che porta con una certa semplicità al secondo, di cui ho appena iniziato la lettura.
Wake, media di quattro stelle su goodreads, presenta la vita di Janie fin dall'infanzia: L'ansia di non poter stare vicino a nessuno che dorma, perché altrimenti impotente e costretta ad assistere alle scene peggiori del subconscio umano. Ha avuto anche la sua buona dose di sfortuna, perché forse una madre un po' più attenta e meno alcolizzata avrebbe potuto aiutarla (non so perché, ma questo rapporto mi spinge, tra tutti i libri che ho letto, a ripensare al rapporto tra John Smith e Henry in Io sono il numero quattro in contrapposizione. Curioso, non trovate? E voi? Che libri vi vengono in mente con situazioni familiari strane?), e anche qualche soldo in tasca in più o un po' di grinta in più non avrebbero fatto male. Ma, come già detto, è un libro introduttivo. All'inizio della storia in corso, Janie ha diciassette anni e si guadagna da vivere da sola, studia e spera di prosperare e lasciare la città. Lavora in una casa di riposo particolare, dove alcuni pazienti fanno sogni un po' troppo intensi, o che le permettono di scoprire cose nuove riguardo al suo potere. Beh, perché si, Wake parla di un potere insolito davvero: Il poter camminare nei sogni altrui. Anche se parlare di possibilità da parte mia è sbagliato: Janie non può decidere di ribellarsi, non può non guardare durante i sogni degli altri, ma sarà questo a dare una svolta importante alla sua storia.
Si, perchè c'è effettivamente un incubo che più degli altri la sciocca: è così potente, forte e impregnato di paura che la cattura a largo raggio e la spaventa a morte. Ma mai avrebbe immaginato che questo l'avrebbe condotta a Cabel.
Di lui si può dire che all'inizio è un incrocio da RJ Berger e Severus Piton versione spacciatore cavalleresco, ma nel momento dell'ingresso nella vita della solitaria Janie è davvero tutta un'altra storia, nonostante il loro rapporto sia forte e strano sin dall'inizio.
Tra alti e bassi, e qualche reazione a volte immatura (Sì, Dear Janie, sei piuttosto immatura).
E' soprattutto grazie al potere di Janie che instaurano un legame particolare, ed entrambi cominciano a compiere piccoli passi verso le braccia dell'altro, abituati come sono ad essere soli.
Sullo scenario dei quartieri bassi e dello squallore e la solitudine che spesso accomuna le vite dei liceali più sfortunati, qualcosa di strano, oscuro e palpitante si aggira nelle notti più buie di un inverno speciale, in attesa di attanagliare i nostri protagonisti in un gioco più grande di quanto non crediate voi ingenui lettori (si, me inclusa ahahah).
Come avrete notato, non ho parlato con particolare entusiasmo di questo libro: forse sarò stanca e quindi il mio giudizio un po' più severo del solito, ma nonostante io l'abbia letto in un pomeriggio e abbia cominciato Dream, il suo seguito (Gone, il terzo libro nell'edizione originale sembra che se lo siano dimenticato, in Italia... Facciamo come con Scott Westerfield?), complice il linguaggio un po' troppo semplice e sintetico che non ti prende poi molto, un po' asettico e rigido, complice il mio giudizio severo, non mi ha colpito particolarmente, ma ho buone speranze di vedere non tanto il rapporto tra Cabel e Janie migliorare (sembrano già una coppia che sta insieme da una vita) ma lo sviluppo ultimo della trama: l'idea alla Scooby Gang devo dire che mi intriga abbastanza. Inoltre, sono curiosa di vedere se la McMann darà a Carrie, la migliore amica non così ottima di Janie e Stu, il suo fidanzato (avete pensato tutti a Disco Stu, eh? Si, beh, fate bene perché il modello è quello incrociato con Otto, l'autista dei Simpson) un po' di spessore in più e una qualche rilevanza ai fini della trama.
La mia nota più positiva va a Miss Stubin, una simpatica vecchietta cieca che ti trascina in sogni in bianco e nero: quelli sì che sono i momenti più coinvolgenti di Wake! La trovo un personaggio piacevole e amichevole, che si riscoprirà poi fondamentale sin dall'inizio di Dream.
In conclusione, se siete in fila alle poste o nella sala d'attesa del medico, Wake è un ottimo libro con cui ingannare il tempo, ma se siete alla ricerca di qualcosa di più emotivamente coinvolgente, questo non è il libro che fa per voi.

Cover Point: Nonostante la copertina di Wake non sia niente di speciale l'ho trovata gradevole, mentre sgradevole ho trovato l'idea di fare Dream quasi identica. Cioé, wow, immagino che anche il grafico fosse svogliato quanto me.

domenica 19 maggio 2013

Recensione Divergent - Veronica Roth


Titolo: Divergent
Autore:  Veronica Roth
Pubblicazione: 2011
Saga: #1 di 3
Costo: 16,90 €
Voto: 
Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza... 

Sono solo cinque le possibili strade da percorrere nella vita, se vivi nella Chicago dominata dalle fazioni come Beatrice Prior: O sei totalmente assertiva (pacifici), o totalmente saccente (Eruditi), o altruista (Abneganti), o schietta all'inverosimile (Candidi) o completamente fuori di testa e spericolata (Intrepidi). Ed è quest'ultima che sceglie di essere Beatrice: un'intrepida. Ma la via non è così semplice.
Partendo dal presupposto che se appartieni ad una fazione e ne scegli un'altra, sei un traditore e non vorranno più vederti, non è facile assumersi la responsabilità delle proprie scelte, soprattutto quando da un ambiente pacifico (abnegante, scusate) ti ritrovi in un clima estremamente competitivo come quello degli intrepidi, ricco di insidie e di asti repressi.
Gli Intrepidi ti catapultano in una realtà aggressiva e volutamente pericolosa, al solo fine di dimostrare il proprio valore. Ci sono tre fasi di un test da affrontare per arrivare ad essere un membro della società accettata e non un Escluso, ovvero coloro che non sono riusciti a superare nessun test, e posso assicurarvi che non sono facili. 
Sono estenuanti, sia fisicamente che mentalmente,e tirano fuori il peggio di te. All'interno della base degli intrepidi ci sono una serie di personaggi interessanti che non vedo l'ora di analizzare con voi!
Cominciando, ovviamente, dalla nostra protagonista Tris, che mi aspettavo molto più pappamolla e timida, si rivela invece capace di un ottimo adattamento all'ambiente circostante; Come si suol dire,è una che tira fuori gli artigli. Ma nonostante questo ha bisogno di un piccolo aiuto nel farlo, aiuto che verrà proprio da uno degli istruttori: Quattro.
Quattro come le sue paure, è un personaggio inizialmente criptico ma che prende subito; Nelle distopie non è quasi mai difficile capire chi sarà l'hot boy della storia, ma con lui è chiaro fin dal primo istante in cui il suo personaggio fa capolino tra le parole. Per via della sua aria austera e un po' burbera, è facile scordarsi quanto in realtà sia giovane, e carino.... Ma non è certo questo che ferma Tris dal tenerlo d'occhio. Eppure, pur non mostrando un'eccessiva simpatia nei suoi confronti, Quattro è disposto a proteggerla mettendo a rischio la sua posizione. Posizione non troppo comoda, vista la simpatia di Eric, uno dei capifazione, nei suoi confronti. Eric è uno dei personaggi più di disturbo dell'intera storia, per la quale ho provato un'antipatia sorda fin da subito. Non si può farselo stare simpatico proprio in nessun modo, 'sto ragazzaccio!
Ci sono molti altri personaggi di cui mi piacerebbe discutere, e altre situazioni, ma non potrei non cadere in spoiler (beh, si, più di quanto non abbia già fatto quantomeno), ed è per questo che ritengo sia meglio passare ad un quadro definitivo della situazione: Il ruolo nella società degli Intrepidi è quello di guardie e difensori. Ma da cosa dovrebbero difendere? O cosa dovrebbero difendere? E soprattutto... Perché?
Sono questi i questiti che spero vi porteranno a scoprire il mondo di Divergent, una distopia interessante che lascia col fiato sospeso e in uno stato di trepidazione assoluta fino alla lettura del suo prosequio!


N.D.A.: La serie ha avuto tanto successo da decidere di farne una trasposizione cinematografica, in uscita nel 2014.


lunedì 13 maggio 2013

Nasce "How can we not fall in love?"

Ed eccoci qui!
La prima Rubrica del neonato "Nuvole di Parole"
E mi è sembrato appropriato alla blogger dedicare la prima rubrica ai personaggi che fanno sognare, e per i quali ci prendiamo (mi prendo, almeno) spesso e volentieri una cotta. 
Ebbene, questo è il posto per adatto per tesserne le lodi e ispirarne di futuri (magari!) <3
Quindi...
Avete suggerimenti particolari? Uh? Uh? Niente? Suvvia, lettori silenziosi in poltrona, avanzate suggerimenti e richieste! 

domenica 12 maggio 2013

Recensione Delirium + Il Veleno sulle Labbra di Lauren Oliver




Titolo: Delirium
Autore: Lauren Oliver
Pubblicazione: 2011
Saga: #1 + #1.5
Costo: 6,99 ebook - 18, 99 Cartaceo
Voto:


Delirium come il delirio nel quale mi ha gettato la sua lettura! Non riuscivo più a mangiare, a dormire, a studiare senza chiedermi "E Alex? E Lena? E poi cosa...?".
Nella sempre più ricorrente Portland (mi segue di libro in libro, al momento in lettura Accademia dei Vampiri), anche se vista sotto una luce molto differente (o forse semplicemente vista dal quartiere povero della città), si sviluppa l'intricata storia di Lena, quasi diciottenne nata e cresciuta in un futuro non meglio precisato anche se probabilmente non molto lontano, che ha cominciato già da tempo il countdown al giorno in cui verrà curata dal Delirium Amoris Nervosum, la malattia che ha quasi portato al collasso la nostra generazione: l'Amore.
L'amore, questa malattia pericolosissima che ha già ucciso (!) la madre di Lena dodici anni prima dell'inizio della nostra storia, che ha portato alla segregazione sessista e al veto assoluto di qualunque contatto tra i non curati. I curati, al contrario, con una parte del cervello in meno (si, li aprono e li sezionano), sono privi di qualsivoglia emotività: sono essi automi senzienti, esattamente come il governo li vuole.
E Lena non vede assolutamente l'ora di diventare una di loro, almeno fino al giorno delle valutazioni che decideranno il suo futuro: i suoi studi, il suo matrimonio e il suo lavoro. Ha appena cominciato le valutazioni, quando le sfugge che il suo colore preferito è il colore dell'alba e che trova il romanzo istruttivo Anti-Delirium Romeo e Giulietta bellissimo invece che ripugnante.
 E' a questo punto che un imprevisto imprevedibilissimo la salva in calcio d'angolo, ma è anche qui che cade in fallo: Intravede Alex per la prima volta. Ed è in quel momento esatto che nella mia testa di lettrice completamente dipendente dalla pagina successiva del libro è cominciata la musica, sono esplosi fuochi d'artificio nella mia vista periferica, è stato in quel momento che mi sono innamorata del libro. In realtà non è una scena descritta chissà come o nella quale succede chissà cosa, semplicemente a me ha fatto quest'effetto.
Ma Lena è stata "programmata" bene, teme il Delirium più di qualunque altra cosa. Lei è un metro e cinquantotto di precisione e imperscrutabilità, che per dodici anni della sua vita si è sentita ospite nella casa dell'arcigna zia Carol. La sua è una famiglia criptica e scomposta: Zia Carol e zio William l'hanno adottata, come hanno adottato le sue cuginette dopo che la loro famiglia è stata marchiata come simpatizzanti.
Beh, naturalmente, visto che non esiste distopia senza una Ribellione in corso o che si sta muovendo, e indovinate un po'? E' quasi inutile dirvi che Alex ne fa parte, vero?
E come non innamorarsi di lui? Non so se avete presente l'attore Diego Boneta, beh, nella mia immaginazione è esattamente così. Dolce, cauto, e innamorato perso.
Inizialmente pensavo che Hana (della quale è meglio parlar dopo), la migliore amica di Lena, avrebbe nutrito qualche interesse per lui, e l'avevo presa in antipatia fin dall'inizio, anche se poi è riuscita a farsi perdonare.
Tutto il romanzo è condito da una forte sensazione d'ansia, d'essere scoperti, di essersi ammalati, di essere come la propria madre.
Cosa potrei dire in più su Delirium? E' un libro travolgente, che ti fa sognare ad occhi aperti e ti assorbe in modo così totale che arriveresti a girarti se ti chiamassero Lena (anche se come me non ti chiami così). In sintesi, nonostante lo abbia snobbato per anni, Delirium si è guadagnato e andrà dritto dritto nella libreria degli "imperdibili".


Sento il bisogno di spendere due parole a proposito di Il Veleno sulle Labbra, che è stato poco pubblicizzato e un po' sminuito dal fatto che (che io sappia, voi pubblico invisibile informatemi in caso contrario) ne esista solo l'edizione digitale: Leggetelo. Lo trovo di importanza vitale ai fini della comprensione della storia e fidatevi se vi dico che vi caricherà moooolto per il seguito, Chaos.

In conclusione, una serie che sebbene dai quarti di copertina non l'avrei detto, sensazionale, emozionante e coinvolgente.

domenica 5 maggio 2013

Recensione Stay - Un amore fuori dal tempo, di Tamara Ireland Stone


Titolo: Stay - Un amore fuori dal Tempo 
Autore: Tamara Ireland Stone
Pubblicazione: Febbraio 2013
Saga: Autoconclusivo #1 di 3
Costo:  16,00€
Voto: 
Anna e Bennett non avrebbero mai potuto incontrarsi: lei vive nel 1995 a Chicago, lui nel 2012 a San Francisco. Ma Bennett si ritrova nel 1995 perché può viaggiare nel tempo, pur con il divieto di cambiare il corso degli eventi, per cercare sua sorella che si è perduta in una dimensione temporale sbagliata. Ma se un battito di farfalla può provocare un uragano all'altro capo del mondo, cosa potrà provocare un sentimento potente come l'amore che nasce con diciassette anni di anticipo? Anna e Bennett si perdono e si ritrovano incrociando i loro destini paralleli, ma dovranno trovare il modo di fermare la corsa dell'orologio che ticchetta nelle loro esistenze. Quanto sono pronti a perdere? Quali conseguenze saranno disposti a sopportare, alterando gli eventi che li circondano?
[Questa passerà alla storia come la recensione più incompleta di questo mondo]
 Iniziò tutto in una fredda mattina...
Sì, beh, è un inizio un po' romantico, lo so, ma è davvero così. Una fredda mattina d'inverno in una piccola cittadina nei dintorni (ma neanche tanto) di Chicago, con Anna che va come d'abitudine a correre, ed è qui che la magia si compie: con i capelli spettinati, uno sbattito di ciglia e un sorriso fugace, Bennett le si insinua dentro silenziosamente ma con energia. Un secondo c'è e puff, un secondo dopo non c'è più.
Cominciano una simil amicizia, che ricorda molto le lezioni di chimica di Twilight; Bennett è imprevedibile, una volta è un ragazzo normale, con cui fare quattro chiacchiere (si, beh, si sa come si chiacchiera nei romance), altre volte è imprevedibile, come quando la salva così, all'improvviso.
Ed è qui che inizia la vera storia: Quella che ti prende, ti fa viaggiare, che ti fa chiudere gli occhi e riaprirli e vedere ciò che vede Anna.
E' qui che, e lo dico per la maggior parte delle signorine, non si può far a meno di farsi prendere un po' da Bennett.
Ma in un libro dove le cose filano lisce non c'è niente da leggere, no?
Lui è nei nostalgici novanta per via di un suo errore: ha perso qualcosa di molto importante un po' in giro nel tempo.
Di Anna parlando... Non so, mi ha fatto proprio tenerezza. Lei e la sua voglia di viaggiare, lei e la sua grande cartina senza puntine, lei e le sue aspettative per il futuro, che purtroppo all'atto dei fatti non si sono realizzate.
La loro relazione mi ha presa sin dal primo istante, ogni volta che Bennett compariva in una scena io cominciavo a saltellare e avevo sempre paura quando Anna parlava con qualche altro personaggio che la storia potesse cambiare e che lui combinasse un casino.
Si può dire che lui sia un caso particolare di adolescente dei giorni nostri: Già il solo riuscire a stare lontano da iphone, ipad e ipod abbastanza a lungo da vivere in quegli anni così serenamente mi ha colpito, ma naturalmente come nella maggior parte dei romance c'è qualche ottimo motivo per restare.
Tra le storie minori in corso nella trama e i dettagli sfuggenti, ho amato particolarmente la relazione tra i due amici di Anna, Emma e Justin. Seriamente, mi è piaciuto tantissimo vedere come la storia può cambiare cambiando solo qualche dettaglio.
Avrei preferito, nel corso della lettura che venissero approfonditi un po' i poteri e le capacità di Bennett: Sposandosi avanti e indietro nel tempo, lui come invecchia? Come fa a restare lontano o vicino?
Cioé, se lui rimanesse negli anni novanta, invecchierebbe in quel modo, fino a sparire poi magicamente nel 2011? E poi cosa? Il suo io del passato andrebbe avanti, ormai trentenne, mentre l'adolescente rifarebbe tutto da capo?
Mi sono sempre piaciuti i quesiti spazio temporali, davvero, mi affascinano, ma qui non se ne parla granché (anche se dall'alto della mia incapacità di trattenermi sono andata a spoilerarmi un po' il secondo volume e sembra che ci saranno problemi al riguardo).
Letto a meno di due giorni dalla data d'uscita ma recensito con un indecente ritardo, Stay è una di quelle storie che ti fa venire voglia di andare a guardare le vecchie foto, metterti sotto una coperta a leggere o di bere tanta cioccolata calda: Credo potrei votarlo libro dell'inverno 2012. No, seriamente, potrei aprire una rubrica stagionale...
Ma, tornando a noi: Come dicevo, Stay è una lettura meravigliosa per grandi e piccini, anche quelli più giovani che vale la pena d'essere letta e getta le basi per un radioso futuro nel suo seguito.

Cover Point: Sin dall'inizio ho pensato che la cover italiana fosse più bella dell'originale, che era molto più banale, mentre almeno questa riporta un po' ai colori freddi e all'idea di congiungimento e ricongiungimento dei protagonisti, ma col passare del tempo ho cominciato ad apprezzare di più quella estera.

E voi? Che ne pensate, sia del libro che della cover? L'avete letto? Lo leggerete?