Titolo: Reached, l'Arrivo
Autore: Ally Condie
Pubblicazione: Giugno 2013
Saga: #3 di 3
Costo: 14,90 €
Voto:
Cassia, Ky e Xander sono lontani, separati da migliaia di chilometri eppure uniti dalla stessa missione: lavorare per l’Insorgenza, l’enigmatica organizzazione che vuole far capitolare la Società.Dopo anni di lavoro sotterraneo, l’Insorgenza è finalmente pronta a lanciare il suo attacco. Un virus letale viene rilasciato nei corsi d’acqua e in breve tempo la popolazione inizia a morire, la malattia infatti dilaga velocemente e la Società non ha le risorse per curare tutti, l’Insorgenza sì. Dimostrando che la Società non è così affidabile e organizzata come vuole apparire, la forza ribelle ne distrugge quindi il caposaldo, l’idea di perfezione.Ma quando il virus muta e nessuno, nemmeno l’Insorgenza, sa come curarla, serviranno misure straordinarie per salvaguardare il mondo in pericolo. I tre ragazzi ci riusciranno per l’ultima volta e un finale inaspettato lascerà i lettori a bocca aperta.
Eh si, a bocca aperta a chiedersi "Ma perché l'ho letto?".
Posso ufficialmente designare l'estate 2013 come i mesi più neri della storia per le mie letture, di libro in libro sempre più deludenti, e certo non ha fatto eccezione il da me attesissimo ultimo volume di una delle mie trilogie preferite, Matched. Eddai, comincio a credere di avere seriamente qualche problema!
L'ho atteso e ho rosicato per averlo per almeno tre mesi, finalmente eccolo, possiedo le sue parole digitali... E ci metto un mese a finirlo, e se lo faccio è solo per rispetto ai libri che lo hanno preceduto.
Vi capita di affezionarvi ad un libro, una storia, addirittura di volergli bene? Ecco, beh, Hunger Games, Starters, Divergent e Matched sono la mia famigliola di libri distopici preferita, i miei prediletti, e due finali su tre che ne sono usciti due sono per me super insoddisfacenti e noiosi.
Ma devo dire che Reached ha superato di un bel po' sia Hunger Games che Starters, eh. Un'epopea così noiosa e poco coinvolgente nemmeno Moccia sarebbe stato capace di scriverla. Ally, ma cosa ti è successo?
Cominciamo, se vogliamo, a parlare dell'evoluzione finale dei nostri personaggi, a cominciare dall'unica che non abbia a detestato: Cassia.
Nonostante sia cambiata tanto rispetto alla ragazzina spaventata che era in Matched, non l'ho mai disprezzata, mai; Ho tifato per lei in ogni singola pagina, ho sperato migliorasse nei momenti in cui non l'approvavo e l'ha fatto, è stata la migliore di tutta la storia, fino alla fine. Credo che tutto il suo ruolo e la sue evoluzione abbiano un doppio (o anche triplo) aspetto psicologico, a cominciare dal suo carattere, alla sua volontà di credere in un leader -prima la Società, poi l'Insorgenza-, a terminare con il suo ruolo di catalogatrice, o il fatto che riesca a sconfiggere le pillole con la sola forza di volontà. E' davvero... Bella, forte. Decisa; è come una freccia su un arco già teso, pronta per essere scoccata; una volta lanciata, non torna indietro. E, inoltre, non sembra nemmeno serbare alcun rancore verso chi le fa del male o comunque cerca di ferirla. Nonostante ogni tanto durante la narrazione (piuttosto spesso, a dir la verità) i suoi pensieri siano sconclusionati o insensati o difficili da comprendere, questo non è colpa dell'autrice, rientra nel suo personaggio, quindi suppongo vada bene.
Eh perché se cominciamo a parlare degli altri la lingua mi diventa sicuramente biforcuta.
Ky, ad esempio, si è attirato tutte le mie ire in questo volume come raramente precedentemente aveva fatto; Seriamente, Ky? Chi leggerà il libro, e sappiate che mi trattengo dal fare spoiler che potrebbero farlo disprezzare anche a voi (... beh, prima del tempo almeno), capirà immediatamente a cosa mi riferisco. Mi aspettavo che tra lui e Cassia non arrivasse mai il momento in cui le certezze dei loro sentimenti vacillassero, eppure...! I miei applausi ad uno dei miei How Can We Not Fall in Love meno riusciti! Era il prossimo della mia lista, anche se ormai che ve lo dico a fare, è stato irrimediabilmente depennato. Sono affranta, al suo riguardo; All'inizio della lettura, e mi cito, avevo scritto "Leggere dal punto di vista di Ky è come ascoltare una canzone che ricorda i colori dell'alba"; Di lui ho sempre adorato la capacità di stare in silenzio, che a me manca, e anche la capacità di non vincere nonostante potrebbe: Lui è quello che definirei un Leader nato, uno di quelli disposto a qualunque cosa per i suoi ideali, eppure, mia cara autrice, sei riuscita comunque a farmi storcere il naso ad ogni sua narrazione, che per fortuna da metà del libro in poi era del tutto relativa.
Anche Xander non mi ha fatto impazzire; Per quanto io abbia potuto sentire la sua mancanza durante Crossed, ho trovato la sua presenza e il suo punto di narrazione molte volte pesanti e fastidiosi, e molto raramente non li ho trovati soporiferi; La sua determinazione nel credere nell'Insorgenza ha fatto di lui un personaggio debole e stanco, sotto più punti di vista. Sono una di quelle lettrici stronze che vuole che il terzo incomodo del trio rimanga sempre innamorato di quella che l'ha rifiutato, aspettando il momento buono per rubarla al vincitore. Niente gioia per loro se non insieme alle loro coprotagoniste, e se così non fosse, allora niente gioia a vita per i malcapitati. E non mi piace mai, e dico mai, quando non và così... e non va mai così. Tra tutti, però, è stato uno dei personaggi che mi ha suscitato più domande sotto diversi aspetti; Tra i tanti, mi sono chiesta più volte se non stessimo assistendo alla trasformazione di Xander in uno di quei capi imperscrutabili e con un cuore di ghiaccio.
Un altro personaggio che ho davvero detestato in Reached è stata Indie; Non che credo sia un personaggio creato per piacere ad un qualunque lettore, se non qualche sporadica anima in pena a cui magari non piace Cassia, ma non era nemmeno il caso di farmela stare così antipatica, andiamo! Ammetto che lei è stata uno dei motivi per i quali la lettura di Reached si è prolungata per ben un mese. E in questo mese ho fatto un totale di quaranta ore di aereo, molte delle quali di filato. Per rifiutarmi di leggerlo, sappiate che l'ha fatta proprio sporca, insieme a Ky.
Tutta la narrazione, da tutti i punti di vista, ha un che di distaccato e impersonale che trasmette un fastidio a me non indifferente, cosa che ha contribuito a sminuire il mio piacere di leggere.
Si potrebbe dire, col senno di poi, che l'Insorgenza è stata una specie di personaggio latente; Certo, non la si può definire un personaggio vero e proprio, ma un simbolo di potere debole, e una buona parabola politica e psicologica sulla quale soffermarsi; Come anche un bellissimo spunto di studi su cui soffermarsi potrebbe essere la loro debolezza trasmessa attraverso il caos creatosi per l'ultimo Banchetto. Ed è qui che ritorniamo a quello che è stato il punto forte dei personaggi nei libri precedenti, particolarmente di Cassia: La capacità di accettare che il modo in cui si è vissuto fino a quel momento, del quale non si era mai dubitato, è ormai impraticabile, e fa nascere spontaneo il dubbio se ci si possa davvero impiantare completamente in un modo di vivere diverso da quello che si conosce. E' uno step mentale non indifferente, di cui non tutti sono capaci.
Una delle parti migliori del libro, o delle presenze migliori, a mio avviso è quella degli Archivisti, che sembrano completamente disinteressati (anche se non lo sono) a qualunque genere di società. Semplicemente, loro sono lì, imperituri e inscalfibili.
Viene spontaneo, a questo punto, notare le differenze tra i Leader della saga Matched e quelli a cui mi sono abituata in Divergent, così passionali e umani, molto più in basso nel popolo di quanto non siano mai Anna o Il Pilota.
Matched era un libro che prospettava un triangolo amoroso su uno sfondo distopico, ma è diventato un inno alla rivoluzione e alla forza di volontà. Sembra davvero di sentire l'aria fredda delle montagne, di guardarsi le mani sporche di terra perché si è scritto, di portare una saggezza e una stanchezza non adatte alla giovane età dei protagonisti, che sono diventati più forti di quanto non fosse in conto, ma in un modo assolutamente noioso e privo di coinvolgimento. In tutta la narrazione, nonostante non manchino i colpi di scena (che a me personalmente non hanno fatto battere ciglio), ho trovato un solo momento vagamente emozionante.
Leggerò ancora, comunque, molto volentieri qualcos'altro da parte di quest'autrice che nonostante tutto non smetto di apprezzare, dandole un'altra opportunità di stupirmi come ha saputo fare con Matched.
Ma forse mi ripeterò, dicendo che potrei essere io ad avere un periodo nero con le mie letture, e per questo mi riservo di rileggere tutta la saga in un altro momento in modo da poter, eventualmente, rettificare la mia bassa opinione del libro.
L'estratto:
A volte mi arrabbio pensando che il Nonno non mi ha rivelato quale poesia voleva che trovassi. Ma ora capisco cosa mi ha donato. Una scelta. È sempre stato così.
«È difficile farlo», dico, prendendo in mano la provetta del Nonno. «Vorrei aver tenuto le sue poesie. Sarebbe stato più facile. Avrei qualcosa di lui con me».
«A volte la carta è solo carta», mormora mia madre. «Le parole sono solo parole. Modi di catturare la verità. Non aver paura di ricordartelo».
So cosa vuole dire. Scrivere, dipingere, cantare… non può fermare nulla. Non può impedire alla morte di arrivare. Ma forse può rendere bella la pausa tra il suono, la vista e la percezione dei passi della morte, può rendere l’attesa un luogo dove indugiare senza troppa paura. Perché camminiamo tutti verso la nostra morte, e il viaggio tra ogni passo è quello di cui sono fatte le nostre vite.
Cover Point: Un'altra cosa che mi ha fatto smattare di questo libro, insieme a Indie e Ky, è stata sicuramente la modifica della copertina italiana, che ha cambiato completamente il concetto della storia!
A sinistra potete osservare la cover italiana, a destra quella originale; Ma io dico! Quella originale dice "Se prima ero dentro la sfera, la mia prigione, ora l'ho rotta e sono libera di seguire il mio cuore e le mie scelte", mentre quella italiana, almeno nella mia lettura, dice "Qualcuno mi ha tirato fuori dalla bolla e non so né come né chi, e quindi vado alla cieca o mi faccio guidare da qualcun altro come ho fatto per tutta la vita".