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venerdì 23 agosto 2013

Recensione Reached, L'Arrivo - Ally Condie


Titolo: Reached, l'Arrivo
Autore: Ally Condie
Pubblicazione: Giugno 2013
Saga: #3 di 3
Costo: 14,90 €
Voto:  
 e mezza nuvoletta. 


Cassia, Ky e Xander sono lontani, separati da migliaia di chilometri eppure uniti dalla stessa missione: lavorare per l’Insorgenza, l’enigmatica organizzazione che vuole far capitolare la Società.
Dopo anni di lavoro sotterraneo, l’Insorgenza è finalmente pronta a lanciare il suo attacco. Un virus letale viene rilasciato nei corsi d’acqua e in breve tempo la popolazione inizia a morire, la malattia infatti dilaga velocemente e la Società non ha le risorse per curare tutti, l’Insorgenza sì. Dimostrando che la Società non è così affidabile e organizzata come vuole apparire, la forza ribelle ne distrugge quindi il caposaldo, l’idea di perfezione.
Ma quando il virus muta e nessuno, nemmeno l’Insorgenza, sa come curarla, serviranno misure straordinarie per salvaguardare il mondo in pericolo. I tre ragazzi ci riusciranno per l’ultima volta e un finale inaspettato lascerà i lettori a bocca aperta.


Eh si, a bocca aperta a chiedersi "Ma perché l'ho letto?".
Posso ufficialmente designare l'estate 2013 come i mesi più neri della storia per le mie letture, di libro in libro sempre più deludenti, e certo non ha fatto eccezione il da me attesissimo ultimo volume di una delle mie trilogie preferite, Matched. Eddai, comincio a credere di avere seriamente qualche problema!
L'ho atteso e ho rosicato per averlo per almeno tre mesi, finalmente eccolo, possiedo le sue parole digitali... E ci metto un mese a finirlo, e se lo faccio è solo per rispetto ai libri che lo hanno preceduto.
Vi capita di affezionarvi ad un libro, una storia, addirittura di volergli bene? Ecco, beh, Hunger Games, Starters,  Divergent e Matched sono la mia famigliola di libri distopici preferita, i miei prediletti, e due finali su tre che ne sono usciti due sono per me super insoddisfacenti e noiosi.
Ma devo dire che Reached ha superato di un bel po' sia Hunger Games che Starters, eh. Un'epopea così noiosa e poco coinvolgente nemmeno Moccia sarebbe stato capace di scriverla. Ally, ma cosa ti è successo?
Cominciamo, se vogliamo, a parlare dell'evoluzione finale dei nostri personaggi, a cominciare dall'unica che non abbia a detestato: Cassia.
Nonostante sia cambiata tanto rispetto alla ragazzina spaventata che era in Matched, non l'ho mai disprezzata, mai; Ho tifato per lei in ogni singola pagina, ho sperato migliorasse nei momenti in cui non l'approvavo e l'ha fatto, è stata la migliore di tutta la storia, fino alla fine. Credo che tutto il suo ruolo e la sue evoluzione abbiano un doppio (o anche triplo) aspetto psicologico, a cominciare dal suo carattere, alla sua volontà di credere in un leader -prima la Società, poi l'Insorgenza-, a terminare con il suo ruolo di catalogatrice, o il fatto che riesca a sconfiggere le pillole con la sola forza di volontà. E' davvero... Bella, forte. Decisa; è come una freccia su un arco già teso, pronta per essere scoccata; una volta lanciata, non torna indietro. E, inoltre, non sembra nemmeno serbare alcun rancore verso chi le fa del male o comunque cerca di ferirla. Nonostante ogni tanto durante la narrazione (piuttosto spesso, a dir la verità) i suoi pensieri siano sconclusionati o insensati o difficili da comprendere, questo non è colpa dell'autrice, rientra nel suo personaggio, quindi suppongo vada bene.
Eh perché se cominciamo a parlare degli altri la lingua mi diventa sicuramente biforcuta.
Ky, ad esempio, si è attirato tutte le mie ire in questo volume come raramente precedentemente aveva fatto; Seriamente, Ky? Chi leggerà il libro, e sappiate che mi trattengo dal fare spoiler che potrebbero farlo disprezzare anche a voi (... beh, prima del tempo almeno), capirà immediatamente a cosa mi riferisco. Mi aspettavo che tra lui e Cassia non arrivasse mai il momento in cui le certezze dei loro sentimenti vacillassero, eppure...! I miei applausi ad uno dei miei How Can We Not Fall in Love meno riusciti! Era il prossimo della mia lista, anche se ormai che ve lo dico a fare, è stato irrimediabilmente depennato. Sono affranta, al suo riguardo; All'inizio della lettura, e mi cito, avevo scritto "Leggere dal punto di vista di Ky è come ascoltare una canzone che ricorda i colori dell'alba"; Di lui ho sempre adorato la capacità di stare in silenzio, che a me manca, e anche la capacità di non vincere nonostante potrebbe: Lui è quello che definirei un Leader nato, uno di quelli disposto a qualunque cosa per i suoi ideali, eppure, mia cara autrice, sei riuscita comunque a farmi storcere il naso ad ogni sua narrazione, che per fortuna da metà del libro in poi era del tutto relativa.
Anche Xander non mi ha fatto impazzire; Per quanto io abbia potuto sentire la sua mancanza durante Crossed, ho trovato la sua presenza e il suo punto di narrazione molte volte pesanti e fastidiosi, e molto raramente non li ho trovati soporiferi; La sua determinazione nel credere nell'Insorgenza ha fatto di lui un personaggio debole e stanco, sotto più punti di vista. Sono una di quelle lettrici stronze che vuole che il terzo incomodo del trio rimanga sempre innamorato di quella che l'ha rifiutato, aspettando il momento buono per rubarla al vincitore. Niente gioia per loro se non insieme alle loro coprotagoniste, e se così non fosse, allora niente gioia a vita per i malcapitati. E non mi piace mai, e dico mai, quando non và così... e non va mai così. Tra tutti, però, è stato uno dei personaggi che mi ha suscitato più domande sotto diversi aspetti; Tra i tanti, mi sono chiesta più volte se non stessimo assistendo alla trasformazione di Xander in uno di quei capi imperscrutabili e con un cuore di ghiaccio.
Un altro personaggio che ho davvero detestato in Reached è stata Indie; Non che credo sia un personaggio creato per piacere ad un qualunque lettore, se non qualche sporadica anima in pena a cui magari non piace Cassia, ma non era nemmeno il caso di farmela stare così antipatica, andiamo! Ammetto che lei è stata uno dei motivi per i quali la lettura di Reached si è prolungata per ben un mese. E in questo mese ho fatto un totale di quaranta ore di aereo, molte delle quali di filato. Per rifiutarmi di leggerlo, sappiate che l'ha fatta proprio sporca, insieme a Ky.
Tutta la narrazione, da tutti i punti di vista, ha un che di distaccato e impersonale che trasmette un fastidio a me non indifferente, cosa che ha contribuito a sminuire il mio piacere di leggere.
Si potrebbe dire, col senno di poi, che l'Insorgenza è stata una specie di personaggio latente; Certo, non la si può definire un personaggio vero e proprio, ma un simbolo di potere debole, e una buona parabola politica e psicologica sulla quale soffermarsi; Come anche un bellissimo spunto di studi su cui soffermarsi potrebbe essere la loro debolezza trasmessa attraverso il caos creatosi per l'ultimo Banchetto. Ed è qui che ritorniamo a quello che è stato il punto forte dei personaggi nei libri precedenti, particolarmente di Cassia: La capacità di accettare che il modo in cui si è vissuto fino a quel momento, del quale non si era mai dubitato, è ormai impraticabile, e fa nascere spontaneo il dubbio se ci si possa davvero impiantare completamente in un modo di vivere diverso da quello che si conosce. E' uno step mentale non indifferente, di cui non tutti sono capaci.
Una delle parti migliori del libro, o delle presenze migliori, a mio avviso è quella degli Archivisti, che sembrano completamente disinteressati (anche se non lo sono) a qualunque genere di società. Semplicemente, loro sono lì, imperituri e inscalfibili.
Viene spontaneo, a questo punto, notare le differenze tra i Leader della saga Matched e quelli a cui mi sono abituata in Divergent, così passionali e umani, molto più in basso nel popolo di quanto non siano mai Anna o Il Pilota.
Matched era un libro che prospettava un triangolo amoroso su uno sfondo distopico, ma è diventato un inno alla rivoluzione e alla forza di volontà. Sembra davvero di sentire l'aria fredda delle montagne, di guardarsi le mani sporche di terra perché si è scritto, di portare una saggezza e una stanchezza non adatte alla giovane età dei protagonisti, che sono diventati più forti di quanto non fosse in conto, ma in un modo assolutamente noioso e privo di coinvolgimento. In tutta la narrazione, nonostante non manchino i colpi di scena (che a me personalmente non hanno fatto battere ciglio), ho trovato un solo momento vagamente emozionante.
Leggerò ancora, comunque, molto volentieri qualcos'altro da parte di quest'autrice che nonostante tutto non smetto di apprezzare, dandole un'altra opportunità di stupirmi come ha saputo fare con Matched.
Ma forse mi ripeterò, dicendo che potrei essere io ad avere un periodo nero con le mie letture, e per questo mi riservo di rileggere tutta la saga in un altro momento in modo da poter, eventualmente, rettificare la mia bassa opinione del libro.


L'estratto:
A volte mi arrabbio pensando che il Nonno non mi ha rivelato quale poesia voleva che trovassi. Ma ora capisco cosa mi ha donato. Una scelta. È sempre stato così.
«È difficile farlo», dico, prendendo in mano la provetta del Nonno. «Vorrei aver tenuto le sue poesie. Sarebbe stato più facile. Avrei qualcosa di lui con me».
«A volte la carta è solo carta», mormora mia madre. «Le parole sono solo parole. Modi di catturare la verità. Non aver paura di ricordartelo».
So cosa vuole dire. Scrivere, dipingere, cantare… non può fermare nulla. Non può impedire alla morte di arrivare. Ma forse può rendere bella la pausa tra il suono, la vista e la percezione dei passi della morte, può rendere l’attesa un luogo dove indugiare senza troppa paura. Perché camminiamo tutti verso la nostra morte, e il viaggio tra ogni passo è quello di cui sono fatte le nostre vite.



Cover Point: Un'altra cosa che mi ha fatto smattare di questo libro, insieme a Indie e Ky, è stata sicuramente la modifica della copertina italiana, che ha cambiato completamente il concetto della storia!
A sinistra potete osservare la cover italiana, a destra quella originale; Ma io dico! Quella originale dice "Se prima ero dentro la sfera, la mia prigione, ora l'ho rotta e sono libera di seguire il mio cuore e le mie scelte", mentre quella italiana, almeno nella mia lettura, dice "Qualcuno mi ha tirato fuori dalla bolla e non so né come né chi, e quindi vado alla cieca o mi faccio guidare da qualcun altro come ho fatto per tutta la vita".






domenica 18 agosto 2013

Recensione The Walking Disaster + Mrs Maddox - Jamie McGuire


Titolo: The Walking Disaster
Autore: Jamie McGuire
Pubblicazione: In Italia, Ottobre 2013
Saga: 2# di... 2 (?)
Costo: ?
Voto: 
«Un giorno ti innamorerai, Travis. E quando succederà, combatti per il tuo amore. Non smettere di lottare. Mai.» Travis Maddox è solo un bambino quando sua madre, ormai con un filo di voce, gli lascia queste ultime parole. Parole che Travis conserva come un tesoro prezioso.Adesso Travis ha vent’anni e non conosce l’amore. Conosce le donne e sa che in molte sarebbero disposte a tutto per un suo bacio. Eppure nessuna di loro ha mai conquistato il suo cuore. Provare dei sentimenti significa diventare vulnerabili. E Travis ha scelto di essere un guerriero.Finché un giorno i suoi occhi scuri non incontrano quelli grigi di Abby Abernathy. E l’armatura di ghiaccio che si è scolpito intorno al cuore si scioglie come neve al sole.Abby è diversa da tutte le ragazze con cui è sempre uscito. Cardigan abbottonato, occhi bassi, taciturna. E soprattutto apparentemente per niente interessata a lui. Ma Travis riesce a vedere dietro il suo sorriso e la sua aria innocente quello che nessuno sembra notare. Un’ombra, un segreto che Abby non riesce a rivelare a nessuno, ma che pesa come un macigno. Solo lui può aiutarla a liberarsene, solo lui possiede le armi per proteggerla. L’ultima battaglia di Travis Maddox sta per cominciare e la posta in palio è troppo importante per potervi rinunciare. Solo combattendo insieme Abby e Travis potranno dare una casa al loro cuore sempre in fuga…Da mesi i lettori invadono i social network richiedendo a gran voce il secondo capitolo di quello che si è confermato il fenomeno editoriale dell’anno. Dopo il successo strepitoso di Uno splendido disastro, Jamie McGuire torna alla Eastern University e all’amore tormentato e strappa sospiri di Abby e Travis. Il mio disastro sei tu è la storia di un ragazzo che non si innamora facilmente, ma quando lo fa è per sempre. Perché ogni racconto ha due facce. E ora è arrivato il momento di Travis Maddox.

Non avendolo recensito qui, devo sottolineare che ho amato, amato, amato follemente Uno Splendido Disastro. No, davvero, sono impazzita;; E mi aspettavo di impazzire, ovviamente, anche per The Walking Disaster. 
Well, eccoci qui! Nonostante mi fossi ripromessa di aspettare di leggerlo in italiano in modo da poter dare un'opinione anche a proposito della traduzione, non ho proprio potuto farne a meno. Avevo promesso anche di non leggere tutta la serie di Slammed in un colpo, e non avendo mantenuto nessuna delle promesse, mi sembrava fosse quantomeno giunto il tempo di recensire The Walking Disaster e l'inaspettata novella (della quale esistenza io ero all'oscuro) sul loro secondo San Valentino.
Beh, sono stata delusa.
Tanto. 
Ma suvvia, cominciamo dagli albori del romanzo.
La storia, cosa che mi ha stranamente sorpreso, comincia con un estratto riguardante la madre di Travis in punto di morte, alla quale non ho capito se è stata praticata l'eutanasia o cosa.
Si arriva poi molto velocemente ai giorni nostri, a subito dopo il suo primo sanguinoso incontro con Abby, sua futura amica, fidanzata e moglie, e fin dalle prime righe ci si accorge che Travis ha un serio problema con la gestione della rabbia, molto più di quanto pensassimo. Ciò nonostante, leggere  il punto di vista di Travis dà un misto di ansiosa aspettativa; 
Non importa se sappiamo già come va a finire, desideravo ardentemente sapere lui ha vissuto la sua stessa storia. Inoltre, The Walking Disaster dà una nuova luce al suo rapporto con Shep, che se nel primo libro mi era sembrato molto più amichevole e fraterno, almeno all'inizio del romanzo  sembra acido e non proprio amichevole, con Shep che ci tiene a mortificare Travis e rinfacciargli ogni suo singolo comportamento, sia positivo che negativo (una suocera, insomma).
Andando avanti con la storia, la narrazione de parte del nostro lottatore preferito devo dire che ha degli alti e bassi, dove i bassi sono proprio bassi e notevolmente poco coinvolgenti,  molto meno interessanti di quanto non fosse la narrazione da parte di Abby, cosa che mi ha ancor più lasciato l'amaro in bocca. Al di là dei comportamenti in sé -vedesi l'inginocchiarsi pregandola di tornare con lui, che mi ha fatto pena sin dalla prima lettura-, moltissime parti della storia sono state ampiamente sorvolate, venendo a malapena citate nonostante la loro presenza fosse fondamentale ai fini della comprensione della trama; Insomma, se non avete letto il primo, non c'è modo che possiate capirne il contenuto, in alcuni punti astruso anche a chi, come me, lo ha letto almeno una quindicina di volte.
Non essendo stata quella di Uno Splendido Disastro, al contrario di molte altre, il tipo di storia che ti racconta di ogni singola conversazione tra i protagonisti, la McGuire avrebbe potuto giocare molto su questo, regalandoci perle di vita quotidiana disseminati un po' per tutto il romanzo, cosa che si è attentamente guardata dal fare; Ha anzi tagliato più di un passaggio che a me sarebbe piaciuto vedere. Ho quantomeno apprezzato la formula di narrazione, a contrario di quella di This Girl che era terribile.
Onestamente, credo che sia stato un romanzo scritto di fretta e con un tempo di consegna che incombeva sulla testa dell'autrice o qualcosa del genere, perché altrimenti davvero non mi spiego che senso abbia avuto riscrivere la storia per raccontare non molto di più di quello che sapevamo già, ma addirittura glissando su alcune parti vitali!
In oltre, in tutto il libro, ho avuto UNA e dico una sola risposta alle mie domande a proposito dei comportamenti di Travis. Una. E le domande abbondavano, eh. Cosa che ha acuito la mia sensazione che fosse solo un libro che andasse riempito e che necessitava di arrivare ad un minimo di pagine.
I personaggi di America e Parker sono stati completamente abissati, gettati via; il rapporto con Abby è sembrato più psicotico di quanto non lo sembrasse in Uno Splendido Disastro.
Ho amato e bevuto ogni singola parola della storia nel primo volume, e pensavo che la storia narrata da Travis potesse avere un qualcosa di magico, o che potesse essere considerato come un esperimento psicologico, soprattutto nella prima parte della loro relazione, quando Travis accetta di essere innamorato,  o anche quando le chiede -anzi, l'esorta- di dormire nel suo privatissimo letto, il varco di tante pietre miliari ma questo non gli evita di cadere nel patologico.
Vorrei spendere un paio di parole anche sull'epilogo, che mi ha lasciato non solo perplessa e confusa, ma mi ha anche fatto storcere il naso. Va beh che stiamo romanzando, ma almeno mi sarei aspettata o qualche passaggio in più riguardo alla, ehm, professione di Travis, o in ogni caso a come sono andate a finire le cose. Quella parte sarei disposta anche a fingere di non averla letta se chiedesse di riscriverla, perché così campate in aria difficilmente ne ho viste.
Ora, non che non The Walking Disaster possa essere considerato un brutto libro; No, assolutamente no. Solo che comincio a chiedermi quanto possa essere positivo per tutte queste signorine fragili che già sognano di trovare, nella vita, un Mr Cross o Gray, e se aggiungere lo stereotipo Maddox (e non mi riferisco solo a Travis, ma anche ai suoi fratelli, sui quali verterà il prossimo libro del Beautiful Universe) possa essere salutare, così come il test riguardo al libro (o alla scelta del tuo Travis personalizzato) reperibile sulla pagina Facebook della saga.
Essendo etichettato come un romanzo New Adult, possiamo davvero dire che sia adatto? Non sarebbe quantomeno meglio cambiargli etichetta? Lo so, è tutta una questione di forma, ma sapete com'è... Salviamo le apparenze, perché non credo sia un libro poi così adatto al suo target: Sono sempre stata convinta che un libro non abbia bisogno di contenuti espliciti per essere poco istruttivo, e questo genere, come Moccia e molti altri, non giova alle nuove generazioni, ma molto spesso le impoverisce di ideali e valori. 
In conclusione, The Walking Disaster è un libro del quale è meglio non innamorarsi troppo, e non restarne troppo coinvolti. Intendo comunque continuare a leggere la saga, che spero coinvolga, nel prossimo libro, Trenton!

Al riguardo di Mrs Maddox...
Un racconto completamente gratuito, e non nel senso letterale, ma nel senso che ce lo si poteva serenamente risparmiare, a mio avviso. Una brevissima novella nella quale l'informazione più succosa e la parte più interessante riguardano giusto un accenno all'incendio al quale sono sopravvissuti. Si viveva benissimo senza.

A seguire, l'estratto che ho tradotto:
-Sono pronta per andare a casa.- 
Presi un respiro profondo e annuii, alzandomi. Abby abbracciò i miei fratelli per salutarli, e chiese a Trenton di salutarle papà. Io aspettai sulla porta con le nostre borse, guardandoli mettersi d'accordo di rivederci tutti per Natale. Quando rallentai ad uno stop vicino la Morgan Hall, mi sentii chiuso in una morsa, ma questo non fermò il mio cuore dall'andare in frantumi. Le baciai la guancia tenendole la porta aperta, guardandola andare dentro. 
-Grazie per oggi. Non sai quanto hai fatto felice la mia famiglia.-
Abby si fermò sulle scale e si girò.
-Glielo dirai domani, vero?-
Guardai la Charger, cercando di cacciare indietro le lacrime.
 -Sono abbastanza sicuro che lo sappiano già. Non siamo gli unici ad avere una faccia da poker, Pidge.-
La lasciai sola, rifiutandomi di guardare indietro. Da questo momento in poi, l'amore della mia vita era solo una conoscente. Non ero sicuro di che espressione avessi in faccia, ma non volevo che lei la vedesse.
Guidai molto al di là del limite di velocità tornando a casa di mio padre. Quando entrai nel soggiorno, Thomas mi passò una bottiglia di whiskey. Ne avevano tutti un bicchiere. 
-Gliel'hai detto?- Chiesi a Trenton con la voce rotta. 
Lui annuì.
Caddi sulle ginocchia, e tutti i miei fratelli mi circondarono, mettendomi le mani sulla testa e sulle spalle per supportarmi.


Cover Point: Meravigliosa iniziativa della casa editrice quella di lasciar scegliere ai lettori le possibili cover di Il mio Disastro sei Tu (questo il titolo tradotto), ed eccole qui:


Di cui, la vincitrice...


Che, voglio dire, non è proprio una sorpresa, visto che è l'unica compatibile con la prima edizione di Uno splendido disastro, eh... Le altre in una libreria avrebbero stonato parecchio.

Non credete?