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venerdì 21 giugno 2013

Faraway from Us #1: Recensione Babe in Boyland - Jody Gehrman





Titolo: Babe in Boyland
Autore: Jody Gehrman
Pubblicazione (estera): 2011
Costo: 7,50 €
Voto: 
Trama Tradotta:
Quando la liceale Natalie (o Dottoressa Aphrodite, il suo pseudonimo quando scrive nella sua rubrica amorosa sul giornale della scuola) viene accusata di non sapere nulla sui ragazzi e di dare consigli sbagliati alle ragazze, decide di scoprire cosa vogliono e pensano davvero i ragazzi. Ma i ragazzi intorno a lei non vogliono darle alcuna risposta sincera o seria. L'unica soluzione? Ovviamente, fingersi un ragazzo e frequentare per una settimana la Underwood Academy, una scuola privata maschile della sua città. 
Stando lì, impara molto sui ragazzi e inaspettatamente anche molto sulle ragazze e su sé stessa, soprattutto da quando si innamora del suo compagno di stanza, Emilio. Come fargli capire che le piace senza far saltare la sua copertura?

La recensione di questo libro dovrebbe cominciare con un AAAAAAAAAAAAH! Mostruoso. 
L'ho trovato veramente veramente adorabile! No, seriamente, l'ho adorato. 
Fin da subito, Natalie, con il suo stile narrativo ricco di humor e sarcasmo mi è stata simpatica!
In realtà è una storia molto semplice (piena anche di cliché, a dirla tutta) ma divertente, il modo perfetto per passare qualche ora quando si ha voglia di staccare dalle cose serie.
Natalie, Darcy e Clohe sono un trio un po' mal assortito di amiche: Darcy è la classica signorina piagnucolona, mentre Clohe è così spietatamente onesta e poco gentile da lasciarmi spiazzata buona parte delle volte che apre bocca. 
Natalie, infine, la nostra protagonista è un personaggio non meglio identificabile in uno stereotipo, ma risulta la più comune delle tre. 
Sfidata dai due antipatici redattori del giornale scolastico, che sottovalutano la nostra protagonista, la nostra protagonista si lancia in un reportage adatto a lei per un concorso: Le sette domande che tutte le ragazze (?) si pongono sui ragazzi.
In un'atmosfera di continuo batticuore, ansia e risate, Babe in Boyland si è rivelato una delle più interessanti e soprattutto rilassanti letture degli ultimi tempi.
Immaginate: La Underwood Academy, stimata, elegantissima (metteteci un sottofondo di musica classica, se volete), per soli uomini e tutti in divisa. Fatto? Perfetto!
Ora immaginate una ragazza dai lunghi capelli castani, poco formosa e chiacchierona, una di quelle che immaginate solo all'interno di un centro commerciale. Fatto? Okay, ora scordatevela, perché nel momento in cui decide di tentare lo scoop dell'anno, non solo si taglia i capelli e cambia tutto il suo look, ma si trasforma in Nat!
Prende quindi armi, calzini e coraggio e inizia la sua folle settimana da maschio. Qui si troverà in una continua condizione d'ansia: tra ragazzi che corrono nudi, orinatoi e le ricerche che vanno a rilento, io ci avrei perso il sonno.
Ma non può mancare, in un romance, l'elemento principale: Il golden boy, impersonato da Emilio, compagno di stanza neolatino di Nat. Mi pare inutile dire che mica l'hanno messa nella stanza con uno dei nerd con i quali stringe amicizia, ma con un pezzo di figliolo che non finisce mai.
Tra drammi shakesperiani e bagni notturni, ad ogni liceale che si rispetti non può mancare un'acerrima nemica, che in questo caso definirei estiva.
Ho trovato Babe in Boyland, come dicevo sopra, una lettura bellissima e rilassante, alla quale rimarrò legata per forza di cose e credo non dimenticherò mai poiché è stata la mia prima lettura in lingua originale (si, beh, questa è proprio una cosa personalissima in effetti).
Ad ogni modo, lo consiglio vivamente a chiunque si trovi in fila, in vacanza o sotto l'ombrellone per passare un bel paio d'ore. 
Questo non mi esimerà però dal dare un voto non altissimo all'intero libro per via della trama scontata, già vista e affrontata in moltissimi libri e manga (tra i più noti, l'epopea di Hana-Kimi).

Cover Point: Sono stata attirata principalmente della cover del libro prima di conoscerne la trama, incuriosita da un'immagine così comune (e vista, rivista e stravista) utilizzata per la prima volta che mi capitasse di vedere come cover di un libro, anche se forse avrei preferito toni meno tendenti al rosso. Bellissimo il font del titolo!

E voi? Lo leggerete? Vi ho intrigato almeno un pochino?

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